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Il papa

Siamo nel 2023, e sui giornali si parla ancora di Berlusconi, e anche del papa. Vabbè, lasciamo stare la politica, che sono questioni di mafia. Ma si parla ancora del PAPA (con annesso vestiario) della CHIESA CATTOLICA.

Nel 2023.

E poi vogliamo seriamente dire che non esista la cospirazione ligottiana? Vogliamo seriamente dire che la gente è dotata di autocoscienza?

Perché non sono solo i vecchi che mantengono quelle istituzioni, eh…

Per molti anni mi sono detto che l’allergia religiosa era roba da tredicenne, che poi crescendo alla fine ti occupi di altro, lasci perdere certe cretinate. Il problema è che le cretinate stanno sempre lì, non è che se ne vanno.

Tra le varie celebrazioni della vita e dell’illusione collettiva che inducono il vomito, come la musica pop, la religione è quella peggiore, perché è anche contornata dalla follia completamente illogica e anacronistica che la musica pop, invece, non ha: canzoncine d’amore del cazzo, sì, ma non puoi dire che siano illogiche, o che si basino su superstizioni medievali.

Perciò se nel 2023 uno si sarebbe anche stufato di personaggi come Odifreddi, o di parlare di queste cose, è innegabile che la religione sia l’esempio plateale, l’esempio numero uno, della mancanza di autocoscienza dell’uomo moderno. E per quanto uno si sforzi di ignorare, di dedicarsi ad altro, ogni tanto ti arrivano certi metaforici pugni in faccia da farti un male cane.