Skip to content


Mentre il fresco flusso sgorgava su una mano, lei scriveva nell’altra la parola acqua, prima lentamente, poi rapidamente. Io stavo in piedi, immobile, e tutta la mia attenzione era concentrata sui movimenti delle sue [di Anne] dita. Improvvisamente, sentì una vaga consapevolezza, come di un qualcosa di dimenticato, il brivido di un pensiero che stava tornando e, in qualche modo, il mistero del linguaggio mi si rivelò in pieno. Avevo capito che “a-c-q-u-a” significava quella cosa meravigliosa e fresca che stava scorrendo sulla mia mano.

Helen Keller in “Storia della mia vita”, raccontando la sua infanzia da sordocieca.