Citazioni
Citazioni, aforismi, estratti, modi di dire, massime, proverbi…
Ciò che mette a dura prova l’integrità del mio scroto è l’entusiasmo delle radio del mattino.
Natalino Balasso, YouTube, @Telebalasso, clippino di ottobre[🡕]
Come quando hai il mal di denti e ti stramaledici per tutte le volte che stavi bene e non ti sei goduto fino in fondo quanto era bello non avere il mal di denti e ti prometti che, se mai tornerà a esserci un giorno nella tua vita in cui non avrai il mal di denti, passerai almeno metà di ognuno dei giorni che ti restano da vivere a riflettere su quanto sia bello non avere il mal di denti e di certo non ti metterai mai più a lamentarti di stupidaggini come, che so, i vicini che fanno rumore o il non trovare parcheggio, mio dio, quanto è bello non trovare parcheggio senza mal di denti!
Astutillo Smeriglia sul suo blog “In coma è meglio” – Il famoso asteroide
Sembra che le donne ti diano chissà che cosa… È una roba che dura cinque minuti. Fra l’altro: il piacere dura poco, la fatica è tanta, e la posizione è ridicola.
Vittorio Feltri, in più occasioni, in TV e in radio
Tradotto dall'inglese da me (WTFPL).
Rocco Siffredi e Candy Red chiacchierano in “Rocco’s Intimate Castings 21”
– Sei una ninfomane. […] Quando ero giovane, ero come te. […] Pensavo solo al sesso, tutto il tempo.
– Sì? E ti facevi molte ragazze?
– Ci provavo.
– Ma?
– Non me le scopavo tutte perché è difficile per un uomo. Ma per le donne è più facile: tu puoi scoparti chi ti pare. Giusto?
– Sì.–, e ride.
Luigi Anepeta, psicoterapeuta, sul forum ufficiale della LIDI (Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi)
https://lidi.forumfree.it/?t=51672617&st=30#entry625292054[🡕]
La percentuale di introversi varia a seconda delle statistiche: in difetto di una chiara definizione del modo di essere introverso si va dal 5% al 25% – cifra quest’ultima sostenuta da studiosi statunitensi. La proposta del 5-7% avanzata nel mio libro “Timido, docile, ardente…” non l’ho ricavata da ricerche, ma dall’osservazione nelle scuole elementari laddove il bambino introverso, che si riconosce a colpo d’occhio, è in media 1 su 15-20. Oggi sarei propenso ad allargare il range al 5-10%.
Che l’introversione abbia un’origine genetica – i cui sviluppi negativi o positivi dipendono dalle influenze ambientali – mi sembra indubitabile dati non solo i tratti comportamentali precocemente osservabili, ma soprattutto i “vissuti” (l’empatia, il senso di giustizia, la sensibilità estetica, ecc.): conseguenza – gli uni e gli altri – della neotenia che, in assoluto, è la dimensione più specifica dell’introversione.
La genetica è una scienza estremamente complessa e esposta al rischio di “aberrazioni” ideologiche. In rapporto all’introversione, ciò che appare certo è che non esiste un gene dell’introversione, ma una costellazione di geni – decine, centinaia, forse migliaia – presenti nei corredi genitoriali che vengono “estrapolati” in conseguenza della loro combinazione. Nei genitori essi possono essere manifesti a livello di tratti di carattere o mascherati dalla prevalenza di geni estroversi. Estrapolati e combinati in vari modi danno luogo al modo di essere introverso.
Gli artisti costano perché si drogano e devono sostenere pesanti divorzi.
Natalino Balasso, YouTube, Redbox, puntata 1
qualunque domanda tu ti stia ponendo, la risposta è che non hai tu il controllo, perciò cavalca l’onda ma preparati a nuotare
Natalino Balasso, YouTube, @Telebalasso, discorso di capodanno 2018[🡕], nei titoli di coda
Luciano si era talmente abituato a essere solo e a vivere imbozzolato nel suo romitaggio che andare da uno psicologo sarebbe stato impensabile: non si può concepire di risolvere un problema se il problema è tutto quello che si ha. È più facile distendersi dentro al suo rumore e cantarci sopra quando è possibile, qualche canzone stupida. Certi giorni, così, a Luciano poteva quasi sembrare di essere felice, e persino con una punta di orgoglio, nella coscienza che nessuno stava provando a farlo stare bene, tranne lui stesso.
Le vite potenziali – Francesco Targhetta
Io penso che non si muore perché ci si ammala, ma ci si ammala perché si deve morire.
Umberto Galimberti, in varie conferenze
È come per la vita umana: se uno ha la fortuna di arrivare alla vecchiaia, le fasi della sua vita saranno: nascita, infanzia, pubertà, masturbazione, masturbazione in due, patetici tentativi di masturbazione, e morte.
Astutillo Smeriglia sul suo blog “In coma è meglio” – Come nasce una teoria del complotto
[…] sono sassi, gli uomini, non si modificano.
Umberto Galimberti in una conferenza
Il Super-Io è una struttura solubile in alcol.
I primi psicologi, negli anni ’60, quando hanno introdotto la psicologia in Italia (racconta Galimberti in un’intervista).
Il primo incontro con gli alcolisti anonimi ti turba non perché siano alcolisti, ma perché sono anonimi.
Massimiliano Parente, ilgiornale.it[🡕]
Ed espulsione dal mondo del lavoro equivale all’insignificanza sociale.
Umberto Galimberti in una conferenza
– Lei fuma tanto?
– Più che posso. Più che posso. Non conto. Tanto… Non morirò sano, ma difficile morire sani. A far male è vivere, perché a forza di vivere si muore.
Vittorio Feltri in un’intervista a casa sua
Ogni cantante, poeta o scrittore ha a disposizione novantanove “amore”, dopo di che muore.
Astutillo Smeriglia sul suo blog “In coma è meglio” – Proposte per un mondo migliore
Il vero, unico problema, è non avere la predisposizione al suicidio.
Qualcuno su internet, intorno al 2016
Tradotto dall'inglese da me (WTFPL).
Anonymous 06/09/15 (Tue) 22:18:58 No.2771, hikkichan.com (defunto)
Un altro aspetto dell’escapismo è che è una dipendenza.
Così come i drogati, abbiamo bisogno di dosi sempre più alte e a un certo punto non c’è semplicemente nulla rimasto, quindi torniamo a guardare le solite cagate all’infinito, cercando disperatamente di ricordarci com’era la prima volta che le vedevamo, ma a questo punto nulla più ci soddisfa.
[…]
La noia è il vero problema dell’uomo; gli esseri umani possono sopportare quasi qualunque cosa quando sono distratti, e la maggior parte delle nostre attività sono direzionate verso tale fine.
Cosa vuol dire – e chiudo con questa notazione un po’ pedagogica – cosa vuol dire “anticipare la morte”? Cioè essere persuasi che si deve morire; qual è il vantaggio della dimensione tragica?, che consiste nel fatto che devi morire e non c’è nulla che ti attende nell’aldilà? Che operi una relativizzazione delle problematiche dell’aldiquà. Non ti affanni come un disperato, non litighi come un pazzo. Non ti suicidi per le preoccupazioni del mondo, perché sei mortale; sei mortale, e quando devi uscir di carriera non ti disperi, non muori due anni dopo che vai in pensione: perché la morte è comunque lì ad attenderti, non è che finisce la vita, tu che l’hai fatta coincidere con la tua vita lavorativa e fuori da quella non sai più chi sei. Perché ormai le nostre identità sono assegnate dai nostri ruoli sociali, no? Sappiamo chi siamo solo perché gli altri ci riconoscono in un ruolo, fuori di lì non sappiamo più chi siamo; e infatti tutti gli attori e le attrici fanno delle vite tragiche, perché tragiche? Ma tragiche per non aver anticipato la morte, per non averla assunta come una condizione… come uno spessore dell’anima, ecco – usiamo pure questa parola anche se si riferisce a un’entità che non esiste, appunto l’anima.
Ma teniamola presente questa anticipazione, perché relativizzando le cose smettiamo quelle drammaticità tipiche invece di coloro che credono nell’immortalità dell’anima e quindi ritengono che questa vita abbia una sua importanza, il loro Io diventa egemone e quel che dipende dall’Io decide della vita e della morte, finisce un amore e si uccidono le donne perché è finito tutto, no, no, no: fermati. Se interiorizzi la morte in anticipo allora relativizzi tutte le cose, e tutte le cose non hanno quello spessore che non è da tragedia ma da disperazione. Ma i disperati chi sono? Quelli che hanno avuto speranza. Perché chi non ha avuto speranza non si dispera mai.
Umberto Galimberti, Teatro Paisiello di Ruffano (Lecce)
Non voglio dirvi banalità come “sii te stesso”, perché è evidente che se sei un coglione, il fatto di essere te stesso non ti aiuterà.
Natalino Balasso, YouTube, discorso di capodanno 2015[🡕]
La totalità degli animali e la schiacciante maggioranza degli uomini vivono senza mai provare il minimo bisogno di giustificazione. Vivono perché vivono, tutto qua, è così che ragionano; poi immagino che muoiano perché muoiono, e che questo, ai loro occhi, concluda l’analisi.
Michel Houellebecq – Sottomissione
L’amore non esiste: è l’effetto prorompente di dottrine moraliste sulle voglie della gente; è il più comodo rimedio alla paura di non essere capaci a rimanere soli.
Fabi Silvestri Gazzè – L’amore non esiste
Non è che i vecchi sono saggi: hanno una dose di sessualità e di aggressività molto bassa, punto. E a questo livello sono anche tranquilli, quando non hanno un cattivo carattere.
Umberto Galimberti in una conferenza
– Mi convinco di essere un testimone, ma la vera risposta è che sono fatto così. Inoltre, non ho la tempra necessaria per suicidarmi.
Rust in “True Detective”
Tanto valeva viver come bruti.
Titolo di un album degli Eua
– No, io non credo che esistano le persone cattive, credo che esistano varie forme di disperazione. Alcune di queste forme sono talmente intense che la persona che le subisce diventa l’esecutore dei propri delitti, ma non l’ideatore. Si trova con stupore a commettere un delitto.
Silvano Agosti – Ricky Farina (@rickyfarina) – “Dialogo con Silvano”, https://www.youtube.com/watch?v=anXfrcF-zE4[🡕]
Il denaro non compra la felicità, compra solo un sacco di terapia per parlare del perché non sei felice.
Castro in Grand Theft Auto V
A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: “La fessa”. Io, invece, rispondevo: “L’odore delle case dei vecchi”. La domanda era: “Che cosa ti piace di più veramente nella vita?” Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella.
La grande bellezza
Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c’è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L’emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo. Bla, bla, bla, bla… Altrove, c’è l’altrove. Io non mi occupo dell’altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.
Jep, “La Grande Bellezza”, finale
E se poi non vinci [alle slot machine], prova a farti una domanda: se avevi culo, ti pare che lavoravi in un call center?
Natalino Balasso, “Balasso testimonial videopoker”[🡕]
– No, no, passerai migliaia di sere come questa. Non te la ricorderai, questa. Tutto sarà dimenticato.
– Proprio tutto?
– Tutto.
– E perché?
– È come una… Una legge di natura.
– Una regola?
– Sì.
“Oslo, August 31st”
Voi immaginate, un diciassettenne, è l’età in cui col padre si litiga furiosamente, anche adesso, e si litigava furiosamente anche allora (ndr nel Medioevo), come in ogni epoca, a quell’età lì.
Alessandro Barbero, Festival della Mente 2011[🡕]
Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.
Alessandro Bergonzoni
Tradotto dall'inglese da me (WTFPL).
Viviamo in una civiltà decadente che ci ruba della nostra abilità di modellare e definire il nostro destino e dunque ci ruba del nostro spirito e identità. L’uomo occidentale è stato gradualmente separato dal suo ambiente naturale, dalla sua spiritualità, dai suoi simili e infine da se stesso. La vita è stata ridotta a un piano animalesco mentre vaghiamo da una vuota soddisfazione di comodità tecnologica all’altra.
Arte e cultura non portano più alcuni grandi o eroici ideali bensì cercano di stimolare emozioni spregevoli tramite forme orribili e astratte. Arte e cultura raramente servono a qualcosa che non sia poco più che distrazioni dal tormento della percezione – non cercano più l’ordine, non interpretano o spiegano il mondo attorno a noi ma preferiscono invece giustificarlo, rimpiazzarlo o negarlo con alternative sempre meno interattive e più atomizzate e astratte.
Ci promisero salvezza tecnologica ma siamo stati trasportati in un inferno con l’aria condizionata dai falsi idoli del progresso che cercarono di rimuovere la lotta dall’esistenza, senza pensare a cosa sarebbe rimasto. Perché l’essenza della vita è il sacrificio, e la voglia di partecipare in questa lotta e farla propria è la più sacra caratteristica dell’uomo.
L’Harsh Noise Wall[🡕] è la colonna sonora della nostra vacua spiritualità e di questa era culturalmente corrotta. Non c’è lotta qui. Non c’è spirito. Nessuna personalità. Nessuna società. Non c’è nessun altro posto dove andare. Nessun altro posto per progredire. Questo è il prodotto finale. Questa è la fine.
“A View From Nihil” in “Triumph of the Broken Will”
Se quel che cerchi è la verità, una vita esaminata ti condurrà soltanto a un lungo viaggio verso i limiti della solitudine e ti scaricherà sul ciglio della strada con la tua verità e nient’altro.
Thomas Ligotti, La cospirazione contro la razza umana
Si figlia in due ma si pensa da soli.
Alessandro Bergonzoni
– …perché il prossimo anno non ci vedremo più.
– E così va in pensione, beata lei, prof…
– Come?! Non dovresti dire queste cose, tu che sei giovane!
Un mio vecchio compagno di classe
Non è poi così difficile capire le persone: basta non starle a sentire e “guardare” l’apparenza.
Grotteschi e arabeschi – Vitaliano Trevisan
Obbligo di dialogo sfibrato ad oltranza Lo invoca chi arretra, lo scansa chi avanza Ognuno basta a sé ma il conto non torna
PGR – Cronache di guerra II
Certo, le circostanze non sono favorevoli; e quando mai… Bisognerebbe… Bisognerebbe niente: bisogna quello che è, bisogna il presente.
PGR – Cronaca montana
Spesso, da parte di giornalisti o anche durante semplici conversazioni, mi è stata posta la domanda: Ma lei, perché scrive? Normalmente a questo rispondo, ed è la verità, che ci sono due ragioni di grande importanza. La prima ha a che fare con la necessità di non avere un capo, un boss. La seconda, per non alzarmi presto. Penso che tutti saremo d’accordo che sono delle cose non solo importanti, ma anche, in generale, difficili da raggiungere.
Javier Marías
(Allo zoo.)
– Cosa vedi?
– Animali.
– Prigionieri, tenuti in gabbia come noi in un mondo senza rischio, o lotta, o pericolo. La sola differenza è che loro sono in grado di vedere le sbarre, e ciò toglie loro ogni speranza di fuga.
Choke / Soffocare
Non esiste la RL, solo l’AFK.
Eravamo solo in due o tre a Roma a considerare la scalata non solo come un hobby, ma come un lavoro: partire, farsi ossessionare da una parete di roccia, sentire prima di ogni tentativo la Via che incombe sopra di te in maniera angosciante, sentire l’ansia salire incontrollabile, addormentarsi con la Via in testa, alternare periodi di insonnia nervosa a periodi di sonnolenza morbosa, svegliarsi con la Via in testa, privarsi di qualcosa, e soffrire, anche se quel qualcosa, o quella sofferenza, non è necessariamente collegata alla prestazione; solo che sta scritto nelle leggi dell’universo che per ottenere devi soffrire, anche se non è detto che soffrendo otterrai per forza, allora cerchi la sofferenza perché essa ti pungola, ti sveglia, ti attiva e ti fa rompere (a tratti) quel vetro opaco che quasi sempre si pone tra te e la realtà, ti fa sentire almeno ogni tanto che sei vivo, e talvolta è più importante sentirsi vivo che stare bene e la serenità si può sacrificare in onore della vita pur di non ripiombare nell’orrenda anestesia nirvanica.
Alessandro “Jolly” Lamberti – Jollypower
– Preghi ancora il Signore?
– Certo.
– E ti senti ancora sola?
– Sì, decisamente.
– E non è molto triste?
– Sì, è molto triste.
Ma tale è la mia vita.
Galina Ustvolskaya in “Scream into Space”
https://dnamistakes-ita.webcomic.ws/comics/pl/1570221[🡕]
Io me ne sbatto il cazzo di un lavoro in città Io spruzzo rap in vena
Fabri Fibra – Rap in vena
La cosa peggiore che può capitare ad un uomo che trascorre molto tempo da solo, è quella di non avere immaginazione. La vita, già di per sé noiosa e ripetitiva, diventa in mancanza di fantasia uno spettacolo mortale.
Le conseguenze dell’amore, Paolo Sorrentino
Pirandello proponeva tra le soluzioni alternative ai problemi dell’esistenza l’omicidio, il suicidio o la pazzia; oggigiorno, in un’epoca di sinergie sfrenate, dobbiamo unire le differenti possibilità, quindi dobbiamo diventare completamente pazzi, uccidere il più alto numero possibile di individui e poi finalmente commettere il suicidio.
Carl William Brown (Bruno Mensi)
Il tempo distrugge tutto.
Irréversible
La follia è semplicemente dolore.
Vittorino Andreoli
La disperazione è follia. La follia, la percezione della impossibilità di vivere: esserci, ma come non esserci. La disperazione come esperienza di follia è incompatibile con la vita. Vede morte, progetta morte e ammazza sé e l’altro. La disperazione è una follia possibile all’uomo, a tutti gli uomini; è anzi una prospettiva dell’uomo, si lega al suo bisogno di stare con l’altro, al fatto che da solo non può vivere, perché la vita umana non è solitudine ma condivisione, appartenenza, attaccamento.
Vittorino Andreoli, Il lato oscuro (2002)
Purtroppo l’assenza di voglia di vivere non basta per aver voglia di morire.
Michel Houellebecq – “Piattaforma. Nel centro del mondo”
I figli degli operai I figli dei bottegai I figli di chi è qualcuno e di chi non lo sarà mai
C.S.I. – Tutti giù per terra
«Cosa ti sorprende di più dell’umanità?»
Dio rispose:
«Che si annoiano dell’infanzia, si affrettano a diventare grandi, e poi desiderano tornare bambini. Che perdono la salute per fare soldi, e poi spendono i soldi per recuperare la salute. Che, pensando con ansia al futuro, dimenticano il presente, al punto da non vivere né nel presente né nel futuro. Che vivono come se non dovessero morire mai, e muoiono come se non avessero mai vissuto.»
Spesso erroneamente attribuita al Dalai Lama; da “Un colloquio con Dio” di James J. Lachard (pseudonimo di James J. Brown), primi anni 2000.
L’angoscia del tempo che passa ci fa parlare del tempo che fa.
Il favoloso mondo di Amélie – Hipolito (lo scrittore)
No alla soluzione quando tu sei il problema
Cripple Bastards – Morte da tossico
Viviamo con i nostri sogni ma alla fine ci rimane solo la verità. E purtroppo lo capiamo solo quando ce ne andiamo.
Questioni di famiglia / Family Pack / Que faisaient les femmes pendant que l’homme marchait sur la lune?
L’amore non esiste, esiste solo la risposta endocrina.
Un film, tipo commedia romantica, passato in TV
[…]
Siete in un’altra dimensione. Io sono l’oscurità eterna.
[…]
La paura esiste in tutti, senza eccezioni, dal giorno in cui viene donata la vita. La vita è un gioco crudele. Vi affrontate e vi uccidete per sopravvivere. Soffrite, vi disperate. E poi? La morte. La paura della morte è sempre lì in agguato. Quando la morte inesorabile si avvicina e vi rendete conto che non potete far nulla per fermarla, la paura si risveglia in voi. Quanto più forte è la paura per la morte, tanto più difficile sarà accettarla. Ed ecco allora che si desta in voi il sentimento di odio e di gelosia nei confronti della vita. Un sentimento irrefrenabile che lascia un’unica via di salvezza: la distruzione. Avete visto Kuja? Ha ceduto alla paura della morte e ha scelto di distruggere il mondo di cristallo, l’origine di tutto.
[…]
Quella era la risposta. L’obiettivo di tutti gli esseri dell’universo è estinguersi. Aspettavo che qualcuno trovasse la risposta. Ora che ce l’ho, non permetterò a nessuno di sopravvivere.
[…]
Ho una sola missione… Ricostruire il mondo del nulla dove non esista nessuna forma di vita e d’evoluzione e dove non ci sia il mondo di cristallo! Nel mondo del nulla non esiste neppure la paura. È il mondo che voi desiderate!
[…]
Benché soffriate, il desiderio di attaccarvi alla vita è troppo forte. Questa malattia incurabile si chiama “voglia di vivere”. Ma, un giorno, la paura della morte s’impossesserà di voi e allora, proprio come Kuja, sceglierete la via della distruzione. E se vivete per distruggere tutto un giorno, è meglio che non siate mai esistiti. È paradossale, no? Ma è la pura verità. Accettatela: tutto è niente! Ritornare al nulla… Questo è il desiderio di voi esseri umani. Non respingetelo.
Trivia (Necron) in Final Fantasy IX
Io sono Artemisia. Comprimerò il tempo, negherò ogni forma d’esistenza…
Ci avete mai pensato? Quando eravate bambini: le sensazioni di allora, le parole di allora, le emozioni di allora…
Il tempo non aspetta.
Non importa quanto stretto lo teniate. Il tempo fugge.
E… [E morirete. / E tutto verrà distrutto.]
Artemisia (Ultimecia), Final Fantasy VIII
Ognuno crede di essere nel giusto. Non ci sono i buoni e i cattivi, esistono solo i nemici e i non nemici.
Squall Leonhart, Final Fantasy VIII
– Voi vivete nella mutevole libertà, noi viviamo nell’eterna prigionia. Ma ciò che è possibile vedere una volta distrutte le barriere dell’Io, non è lo stesso da entrambe le parti?
Uno Shumi nel villaggio degli Shumi, Final Fantasy VIII (nella meravigliosa traduzione italiana)
Versione inglese:
– Io posso leggere nella mente delle persone. Nella mia vita ho visto il passato, il presente e il futuro di migliaia e migliaia di uomini e donne…
[…]
E ogni singola mente che ho penetrato era colma di un unico oggetto del desiderio. Il desiderio atavico ed egoistico di trasmettere il proprio seme… Una cosa che mi disgustava. Ogni essere vivente di questo pianeta esiste solo per trasmettere il proprio DNA. Siamo stati creati per questo e per questo è nata la guerra.
Ma tu… tu sei diverso… Tu sei uguale a noi. Non abbiamo passato, non abbiamo futuro. Viviamo per il momento e questo è il nostro unico scopo.
Gli esseri umani non sono in grado di darsi la felicità reciproca. Dal momento in cui siamo stati confinati su questo mondo, agli altri non regaliamo altro che dolore e miseria.
Psycho Mantis in punto di morte in “Metal Gear Solid” (PSX)
Sono intorno a noi, in mezzo a noi In molti casi siamo noi a far promesse Senza mantenerle mai se non per calcolo Il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile La posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere E non far partecipare nessun altro Nella logica del gioco la sola regola è esser scaltri Niente scrupoli o rispetto verso i propri simili Perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili Sono tanti, arroganti coi più deboli e zerbini coi potenti Sono replicanti[🡕], sono tutti identici, guardali Stanno dietro a maschere e non li puoi distinguere Come lucertole s’arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno Spendono, spandono e sono quel che hanno
E sono intorno a me, ma non parlano con me Sono come me, ma si sentono meglio Sono intorno a me, ma non parlano con me Sono come me, ma si sentono meglio
Come le supposte abitano in blister full-optional Con cani oltre i 120 decibel e nani manco fosse Disneyland Vivon col timore di poter sembrare poveri Quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano Poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono Parton dal pratino e vanno fino in cielo Han più parabole sul tetto che San Marco nel Vangelo E sono quelli che di sabato lavano automobili Che alla sera sfrecciano tra l’asfalto e i pargoli Medi come i ceti cui appartengono Terra-terra come i missili cui assomigliano Tiratissimi, s’infarinano S’alcolizzano e poi s’impastano su un albero (boom!) Nasi bianchi come Fruit of the Loom Che diventano più rossi d’un livello di Doom[🡕]
E sono intorno a me, ma non parlano con me Sono come me, ma si sentono meglio Sono intorno a me, ma non parlano con me Sono come me, ma si sentono meglio
Ognun per sé, Dio per sé Mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica Mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano Altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano Mani che poi firman petizioni per lo sgombero Mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon manganelli Che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli Quelli che la notte non si può girare più Quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tivù Che fanno i boss, che compran Class[🡕] Che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica Che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara Ma l’unica che accendono è quella che dà loro l’elemosina ogni sera[🡕] Quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro Luna Nera
E sono intorno a me, ma non parlano con me Sono come me, ma si sentono meglio Sono intorno a me, ma non parlano con me Sono come me, ma si sentono meglio
Frankie hi-nrg mc – Quelli che benpensano
Le spalle di una donna sono gli avamposti della sua mistica. E il suo collo, se è viva, ha tutto il mistero di una città di confine, di una terra di nessuno. È il conflitto fra la mente e il corpo.
L’avvocato del diavolo
L’affondamento del Titanic rappresentò la fine di un’epoca, il sogno infranto della belle époque. Come per la caduta dell’impero babilonese, l’affondamento del Titanic ha rappresentato il simbolo dello sgretolamento di orgogliosi imperi, con una simile mescolanza di ricchi, borghesi e poveri tutti destinati insieme all’abisso. Era la fine di una leggenda che sposava la tecnologia alla ricchezza, il materialismo al romanticismo, l’illusione alla fantasia.
Massimo Polidoro, La maledizione del Titanic
Anime fiammeggianti attonite Squarciato il velo della cecità
[…]
Appare la bellezza, mai assillante né oziosa Languida quando è ora, e forte e lieve e austera L’aria serena e di sostanza sferzante
C.S.I. – Brace
Tradotto dall'inglese da me (WTFPL).
Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete una famiglia; scegliete un maxi televisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; sceglietevi gli amici! Scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate con la cazzo di stoffa che volete; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e l’anima con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita.
Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita […]
✻
[…] il lavoro, la famiglia, il maxi televisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il CD e l’apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d’ufficio, bravo a golf, l’auto lavata, tanti maglioni, natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti, lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai.
Trainspotting, intro e finale
Tappami, Levante. Tappami.
Libero (Massimo Ceccherini) dentro la bara, ne Il Ciclone
Sai come faccio a sapere che è la fine del mondo, Lenny? Perché tutto è già stato fatto, capisci? Ogni genere di musica è stata provata, ogni genere di governo è stato provato, capisci? Ogni cazzo di pettinatura, ogni orrendo gusto di gomma da masticare, i cereali per la colazione, ogni tipo di schifoso… Capisci che intendo? Che ci resta da fare? Come faremo a sopravvivere, per altri mille anni?
Max Peltier in “Strange Days”
Già dalla nostra tramontante nascita incomincia un destino. Spietato, per la maggior parte degli esseri umani: se non si nasce miliardari, si è spacciati per sempre. Ci si deve piegare al quotidiano, procurare gli stimoli al progetto; invece di s-progettare, si è dannati al disegno.
Cominciò ch’era finita, come in tutte le disavventure “lorenzacce”. Fossi stato il miliardario Schopenhauer, non avrei certo scritto “Il mondo come volontà e rappresentazione”. Me ne sarei ben guardato: non si nasce per lavorare, spiegarsi, pensare; non si nasce nemmeno a de-pensare, perché anche questo è occuparsi del pensiero. Non si nasce a gestire, all’agire-patire: ci è tutto inflitto dalle circostanze.
Così come subiamo passivamente ogni nostra percezione prenatale, subiremo anche in seguito il significante. Nella recidività della vita, il discorso non apparterrà mai all’essere parlante.
L’anagrafe, lo studiarsi di sopravvivere ci condannano all’in-formarsi, per formarsi, deformarsi, ingobbire leopardianamente, pur d’avere una parte, quando non si vorrebbe altro che mettere da parte l’arte, come del resto la vita. Una vera iattura.
Carmelo Bene, Autografia di un ritratto
Qualunque tuttologia è cazzata, e qualunque problema è un falso problema. Una volta tanto, in questa trasmissione, si sta parlando davvero di cazzate, finalmente! Era l’ora!, di riconoscere che si parla sempre di cazzate. Questa sera stiamo dicendo che non stasera son cazzate, ma che sempre si parla soltanto di parole, cioè di cazzate.
Carmelo Bene al Maurizio Costanzo Show (speciale “Uno contro tutti”)
Come il liberalismo economico incontrollato, e per ragioni analoghe, così il liberalismo sessuale produce fenomeni di depauperamento assoluto. Taluni fanno l’amore ogni giorno; altri lo fanno cinque o sei volte in tutta la vita, oppure mai. È ciò che viene chiamato “legge del mercato”. In un sistema economico dove il licenziamento sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare un posto. In un sistema sessuale dove l’adulterio sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare il proprio compagno di talamo. In situazione economica perfettamente liberale, c’è chi accumula fortune considerevoli; altri marciscono nella disoccupazione e nella miseria. In situazione sessuale perfettamente liberale, c’è chi ha una vita erotica varia ed eccitante; altri sono ridotti alla masturbazione e alla solitudine. Il liberalismo economico è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Altrettanto, il liberalismo sessuale è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Sul piano economico, Raphaël Tisserand appartiene alla schiera dei vincitori; sul piano sessuale, a quella dei vinti. Taluni vincono su entrambi i fronti; altri perdono su entrambi i fronti. Le imprese si disputano alcuni giovani laureati; le femmine si disputano alcuni giovani maschi; i maschi si disputano alcune giovani femmine; lo scompiglio e la confusione sono considerevoli.
Estensione del dominio della lotta, Michel Houellebecq
Alcune persone provano molto presto nella vita una spaventosa impossibilità di vivere di per sé; in sostanza non sopportano di vedere la propria vita in faccia, e di vederla per intero, senza nessuna zona d’ombra, senza nessuno sfondo. La loro esistenza, lo ammetto, è d’eccezione alla legge della natura non solo perché questa frattura di inadattamento fondamentale si produce fuori da qualsiasi finalità genetica, ma anche per via della eccessiva lucidità che essa presuppone, lucidità che evidentemente trascende gli schemi di percezione dell’esistenza ordinaria. Talvolta basta mettere di fronte a una di queste persone un’altra persona – a condizione di poterla supporre altrettanto pura, altrettanto trasparente – perché tale insostenibile frattura si risolva in un’aspirazione luminosa, tesa in permanenza verso l’assolutamente inaccessibile. Sicché, laddove giorno dopo giorno lo specchio non riflette altro che una stessa immagine esasperante, due specchi paralleli elaborano e costruiscono una rete netta e fitta che impegna lo sguardo umano lungo una traiettoria infinita, senza limiti, infinita nella sua purezza geometrale, al di là delle sofferenze e del mondo.
Michel Houellebecq – Estensione del dominio della lotta
La mia natura, portata al silenzio e alla riflessione, aveva sempre provato un certo disgusto per ogni forma di frastuono o di clamore, per ogni manifestazione di quell’allegria portata all’eccesso che tanto spesso sconfina nella violenza. Avevo sempre odiato la gozzoviglia goliardica e carnevalesca come se la morte, proprio nei riti che vogliono esorcizzarla, mi si facesse ancora più minacciosa.
La variante di Lüneburg – Paolo Maurensig
Chi vive sperando, muore cagando.
Mediterraneo
Ci vuole un fisico speciale Per fare quello che ti pare Perché di solito a nessuno Vai bene così come sei
Tu che cercavi comprensione, sai, comprensione, sai Ti trovi lì in competizione, sai, competizione, sai
Ci vuole un fisico bestiale Per resistere agli urti della vita A quel che leggi sul giornale E certe volte anche alla sfiga
Ci vuole un fisico bestiale, sai, speciale, sai Anche per bere e per fumare, sai, fumare, sai
Ci vuole un fisico bestiale Perché siam sempre ad un incrocio Sinistra, destra, oppure dritto Il fatto è che è sempre un rischio
Ci vuole un attimo di pace, sai, di pace, sai Di fare quello che ci piace, sai, mi piace, sai
E come dicono i proverbi E lo dice anche mio zio Mente sana in corpo sano E adesso son convinto anch’io
Ci vuole molto allenamento, sai, allenamento, sai Per stare dritti contro il vento, sai, controvento, sai
Ci vuole un fisico bestiale Per stare nel mondo dei grandi E poi trovarsi a certe cene Con tipi furbi ed arroganti
Ci vuole un fisico bestiale, sai, speciale, sai Anche per bere e per fumare, sai, fumare, sai
Ci vuole un fisico bestiale Il mondo è un grande ospedale E siamo tutti un po’ malati Ma siamo anche un po’ dottori
E siamo tutti molto ignoranti sai, ignoranti, sai Ma siamo anche un po’ insegnanti sai, insegnanti, sai
Ci vuole un fisico bestiale Perché siam barche in mezzo al mare
Luca Carboni – Ci vuole un fisico bestiale
Le tre o le quattro di mattina il mondo torna il cesso che era prima
Lucio Dalla – Denis
La speranza è l’ultima a morire… ma è sempre la prima a prenderti per il culo.
Detto popolare
Se non si toglie il mondo come volontà e rappresentazione, questa mania… Il principio d’individuazione per cui ci svegliamo la mattina, vorremmo suicidarci, poi ci bastano due o tre caffè, e via, e si torna lì a ingannare, ad ammazzare il tempo. Ma il teatro è fondamentalmente il non-luogo.
Carmelo Bene al Maurizio Costanzo Show
Per me le sale [del teatro] più son piene, più sono vuote.
Carmelo Bene, in più occasioni
Tully: Qui potresti scrivere tutto quello che ti pare in pace.
Henry: Ah, Tully… Nessuno che sappia scrivere veramente può scrivere in pace, cristo!
Barfly
Certe persone non impazziscono mai. Che vita orribile devono vivere.
Barfly
A più stronzate credi a questo mondo, e meglio stai.
Wanda in Barfly
La strada dall’abbozzo all’opera la si fa in ginocchio.
Vladimir Holan; citato da Kundera ne “L’arte del romanzo”
La felicità nelle persone intelligenti è la cosa più rara che io conosca.
Ernest Hemingway – Il giardino dell’Eden
Sono talmente appagato dalla solitudine che il minimo appuntamento è per me una crocifissione.
Emil Cioran – Confessioni e anatemi
Io sto bene, io sto male, io non so cosa fare Non studio, non lavoro, non guardo la tivù Non vado al cinema, non faccio sport
CCCP – Io sto bene
Tu quindi come stai Se è lecito, che fai in quell’attualità che pare vera?
Le cose che pensano – Pasquale Panella per Lucio Battisti
[…] che l’uomo si guadagni lo stipendio, che la donna svolga quel lavoro di merda costituito dal costruire per lui un rifugio in questo mondo senza cuore, e che il bambino venga avviato verso quei campi di concentramento per i giovani chiamati “scuole”; […]
“L’abolizione del lavoro”, Bob Black
– Che cos’è questo Nulla?
– È il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo e io ho fatto in modo di attrarlo.
La storia infinita
L’amore fisico è impensabile senza violenza.
Kundera – L’insostenibile leggerezza dell’essere
(Di fronte a un enorme fantasma)
– Mi dispiace, Venkman. Il terrore travalica la mia capacità di razionalizzare.
Egon in “Ghostbusters – Acchiappafantasmi”
Mi stanca tutto, anche quello che non mi stanca. La mia allegria è dolorosa come il mio dolore.
[…]
Persino io, colui che sogna tanto, ho intervalli in cui il sogno mi sfugge. Allora le cose mi appaiono nitide. Svanisce la nebbia di cui mi avvolgo. Ed ogni fessura visibile ferisce la carne della mia anima. Ogni durezza osservata fa male al mio riconoscerla come durezza. Tutti i pesi visibili degli oggetti mi pesano dentro l’anima.
La mia vita è come se con essa mi picchiassero.
Fernando Pessoa – Libro dell’inquietudine
Non c’è cattivo più cattivo di un buono che diventa cattivo.
Charlie (Bud Spencer) in “Chi trova un amico trova un tesoro”
Dio… non si fa mai vedere, come Babbo Natale.
Laguna blu
La frase, altrimenti acqua calda, ha un suo peso per via del contesto del film, poiché pronunciata da “bambini” naufraghi.
Ma quanta fantasia ci vuole per sentirsi in due Quando ognuno è da sempre nella sua solitudine E regala il suo corpo ma non sa cosa chiedere
America – Mauro Paoluzzi per Gianna Nannini
Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l’eroe e l’eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l’inevitabilità della morte.
Italo Calvino – Se una notte d’inverno un viaggiatore
La vita è uno stato mentale.
Oltre il giardino
Presi la bottiglia e andai in camera mia. Mi spogliai, tenni le mutande e andai a letto. Era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scrittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato di yogurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta.
Io l’avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro.
Charles Bukowski – Donne
Noi semo quella razza che non sta troppo bene che di giorno sarta fossi e la sera le cene. Lo posso grida’ forte, fino a diventa’ fioco noi semo quella razza che tromba tanto poco. Noi semo quella razza che al cinema si intasa pe’ vede’ donne gnude e farsi seghe a casa.
Eppure la natura ci insegna, sia su’ monti, sia a valle che si po’ nasce bruchi pe’ diventà farfalle. Ecco, noi semo quella razza che l’è fra le più strane: che bruchi semo nati e bruchi si rimane. Quella razza semo noi, ed è inutile fa’ finta: c’ha trombato la miseria e semo rimasti incinta.
Bozzone in Berlinguer ti voglio bene (Giuseppe Bertolucci)
Prendere coscienza dell’oblio dell’essere significa veder crollare quanto è stato costruito nella sua dimenticanza, Dio e mondo.
Umberto Galimberti – Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente
La coscienza dell’Io è il maggior ostacolo alla corretta esecuzione di qualunque azione fisica.
Bruce Lee – Tao of Jeet Kune Do (postumo)
I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
Ennio Flaiano, Autobiografia del Blu di Prussia
Perché non c’è nulla che dia tanto torto al potere quanto la Rassegnazione, che è poi il rifiuto del potere sotto qualsiasi forma (cioè lo rende quello che esso è in realtà, cioè un’illusione).
P.P. Pasolini, su “Tempo Illustrato”
Quando mi cruccio un po’ troppo perché non lavoro mi dico che potrei anche essere morto e in tal caso lavorerei ancora meno…
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Quando si sa con assoluta certezza che tutto è irreale, non si vede proprio perché ci si dovrebbe affannare a provarlo.
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Un pensiero che non sia segretamente marchiato dalla fatalità è intercambiabile, non vale niente, è solo pensiero…
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
In Paradiso, gli oggetti e gli esseri, assediati da ogni lato della luce, non proiettano ombra. Come dire che mancano di realtà, alla stregua di tutto quello che non è corrotto dalle tenebre e che la morte non tocca.
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Il pensiero della precarietà mi accompagna in ogni circostanza: stamane, imbucando una lettera, mi dicevo che era indirizzata a un mortale.
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Quello che so a sessant’anni lo sapevo altrettanto bene a venti. Quarant’anni di un lungo, superfluo lavoro di verifica…
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
”…Ma Elohim sa che, il giorno in cui ne mangerete, i vostri occhi si apriranno”. Si sono appena aperti, e già comincia il dramma. Guardare senza comprendere, questo è il paradiso. L’inferno sarebbe dunque il luogo in cui si comprende, in cui si comprende troppo…
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Fra cinquecentomila anni l’Inghilterra sarà, dicono, completamente ricoperta dall’acqua. Se fossi inglese deporrei le armi senza indugio.
Ognuno ha la propria unità di tempo. Per uno è la giornata, la settimana, il mese o l’anno; per un altro sono dieci anni, anzi cento… Queste unità, ancora a scala umana, sono compatibili con qualunque progetto e qualunque lavoro. C’è chi prende come unità il tempo stesso e si eleva talvolta al di sopra di esso: quale lavoro, quale progetto meriterà allora di essere preso sul serio? Chi vede troppo lontano, chi è contemporaneo di tutto il futuro, non può più affaccendarsi, non può neppure muoversi…
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Quando ci si conosce bene, non ci si disprezza del tutto solo perché si è troppo stanchi per abbandonarsi a sentimenti estremi.
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Ero solo in quel cimitero che sovrasta il paese, quando entrò una donna incinta. Uscii subito, per non dover guardare da vicino quella portatrice di cadavere, né rimuginare sul contrasto tra un ventre aggressivo e quelle tombe sbiadite, tra una falsa promessa e la fine di ogni promessa.
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Se potessimo vederci con gli occhi degli altri, scompariremmo all’istante.
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.
Charles Bukowski – A sud di nessun nord
A quanto pareva un uomo aveva solo un’alternativa, vivere una vita frenetica o diventare un barbone.
Charles Bukowski – A sud di nessun nord
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Italo Calvino, Le città invisibili
A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l’uno dell’altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s’incrociano per un secondo e poi sfuggono.
Italo Calvino – Le città invisibili
tutti abbiamo udito la donnetta che dice: “oh, è terribile quel che fanno questi giovani a sé stessi, secondo me la droga è una cosa tremenda.” poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz’anima, senza culo, né bocca, né calore umano, né spirito, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avran fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa.
Charles Bukowski – Storie di ordinaria follia
Che idea brillante era riuscito a farsi venire in mente, che annotazioni penose ne erano risultate. Le parole rovinano il pensiero, la carta lo rende ridicolo, e mentre ci si accontenterebbe di mettere sulla carta anche qualcosa di rovinato e di ridicolo, la memoria si lascia scappare persino questo qualcosa di rovinato e di ridicolo. La carta trasforma una cosa straordinaria in una cosa priva d’importanza, in una ridicolaggine – diceva Konrad. Visto così, tutto ciò che appare al mondo – o meglio al mondo attraverso il mondo dello spirito – è per così dire sempre solo qualcosa di rovinato, qualcosa di ridicolo e dunque al mondo tutto è soltanto ridicolo e rovinato. Le parole sono fatte apposta per svilire il pensiero, anzi lui arrivava al punto di dire che le parole sono fatte apposta per abolire il pensiero e che un giorno ci riusciranno al cento per cento. In ogni caso le parole sminuiscono tutto – diceva Konrad. La depressione nasce dalle parole, da null’altro.
Thomas Bernhard, La fornace
Soffrire è produrre conoscenza.
Emil Cioran – Il funesto demiurgo / I nuovi dèi
La mia indipendenza che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.
P.P. Pasolini – Il Caos, su “Tempo Illustrato”
Bisognerebbe ridare il senso della morte alla gente.
Partner – P.P. Pasolini
Frequentare i più dotati non vuol dire accostarsi all’assoluto comunque.
Carmelo Bene – Nostra Signora Dei Turchi
Chi non ha mai pensato alla morte è forse immortale. È così che si vede la Madonna.
Carmelo Bene – Nostra Signora Dei Turchi
La felicità è per i porci.
Titolo del libro di Herman Tønnessen
(Giuliana e il figlio, davanti alle fabbriche)
– Perché quel fumo è giallo?
– Perché c’è il veleno.
– Ma allora se l’uccellino passa lì in mezzo, muore.
– Ma ormai gli uccellini lo sanno, e non ci passano più.
Il deserto rosso (1964), scena finale
– Io non sono guarita. Non guarirò mai. Mai…
[…]
– Non fare così, calmati. Perché hai paura, di che cosa?
– Delle strade, delle fabbriche, dei colori, della gente… di tutto!
[…]
C’è qualcosa di terribile nella realtà, e io non so cos’è. Nessuno me lo dice. Neanche tu mi hai aiutata, Corrado.
Giuliana, “Il deserto rosso”
Abbiamo chiesto alla donna se c’era una cosa che desiderava più di ogni altra, nella vita. Ci ha guardato senza capire. Poi, a mezza voce, ha detto: «Dormire. Tre giorni di fila.» «Null’altro?», abbiamo chiesto. Ha fatto di sì con la testa. «Morire,» ha risposto; e non stava scherzando.
Fazzoletti di terra (1963), documentario di Giuseppe Taffarel su due anziani contadini della Val di Brenta.
Quello che non siamo in grado di cambiare, dobbiamo almeno descriverlo.
Rainer Werner Fassbinder
Quando il problema della felicità soppianta quello della conoscenza, la filosofia abbandona il suo campo specifico per dedicarsi a un’attività sospetta: si interessa all’uomo… Domande che prima non si sarebbe neanche degnata di porsi, ora la tengono occupata, e si ingegna a risolverle con l’aria più seria del mondo. «Come non soffrire?» è tra le prime a esigere la sua attenzione. Entrata in una fase di stanchezza, sempre più estranea all’inquietudine impersonale, all’avidità di conoscenza, la filosofia diserta la speculazione, e alle verità che sconcertano oppone quelle che consolano.
Emil Cioran – La tentazione di esistere
[…] bisogna
essere folli per essere chiari.
“Picasso” – P.P. Pasolini
La vita è una malattia a trasmissione sessuale e ha un tasso di mortalità del 100%.
Ronald Laing
La vita è una malattia a trasmissione sessuale che porta lentamente alla morte.
Versione differente, da internet
Il coraggio ce l’ho. È la paura che mi frega.
Totò nel film “Figaro qua, Figaro là”; ripresa poi da Antonio Albanese
Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto.
1984 – George Orwell
Gli uomini scoprono nello stesso tempo che tutte le attività umane sono equivalenti. […] Così è la stessa cosa ubriacarsi in solitudine o guidare i popoli. Se una di queste attività prevale sull’altra non sarà a causa del suo scopo reale, ma a causa del grado di coscienza che essa possiede del suo scopo ideale; e, in questo caso, succederà che il quietismo dell’ubriaco solitario prevarrà sull’inutile agitazione del condottiero di popoli.
L’essere e il nulla – Jean-Paul Sartre
(Nella dedica a Leone Werth)
Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).
Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe
A volte inciampava nella verità, ma si rialzava sempre e continuava per la sua strada.
Winston Churchill, probabilmente in merito a Stanley Baldwin; rivista Reader’s Digest
Gli uomini, bisogna vederli dall’alto. Spegnevo la luce e mi mettevo alla finestra: essi neppure sospettavano che si potesse osservarli dal disopra. Curano la facciata, qualche volta la parte posteriore, ma tutti i loro effetti son calcolati per spettatori d’un metro e settanta. Chi ha mai riflettuto sulla forma d’un cappello duro visto dal sesto piano? Gli uomini dimenticano di difendere spalle e crani con colori vivi e stoffe vistose, non sanno combattere questo grande nemico dell’umanità; la prospettiva dall’alto.
Erostrato – Jean-Paul Sartre
Nel momento in cui l’uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.
Sigmund Freud, lettera a Marie Bonaparte
Olin Miller
Il fiume in piena lo chiamano violento Ma nessuno chiama violento Il letto del fiume che lo costringe.
Bertolt Brecht – Sulla violenza (poesia, estratto)
[…] la mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai, il futuro, rende la vita più semplice, ma anche tanto priva di senso che si sarebbe tentati di usare del breve presente per strapparsi i pochi capelli che restarono sulla testa deformata.
Italo Svevo – Il vecchione
L’uomo, appena nato, è già abbastanza vecchio per morire.
Heidegger – Essere e tempo
Ricordai allora che una volta in Inghilterra la condanna ai lavori forzati veniva applicata appendendo il condannato al disopra di una ruota azionata a forza d’acqua, obbligando così la vittima a muovere in un certo ritmo le gambe che altrimenti gli sarebbero state sfracellate. Quando si lavora si ha sempre il senso di una costrizione di quel genere.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
L’ho finita con la psico-analisi. Dopo averla praticata assiduamente per sei mesi interi sto peggio di prima. […] Tanto fiduciosamente m’ero abbandonato al dottore che quando egli mi disse ch’ero guarito, gli credetti con fede intera e invece non credetti ai miei dolori che tuttavia m’assalivano. Dicevo loro: “Non siete mica voi!”. Ma adesso non v’è dubbio! Son proprio loro!
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
La salute non analizza se stessa e neppur si guarda nello specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
(Soltanto nella traduzione italiana di Guido Almansi)
ozio (s.m.)
Intervalli di lucidità nei disordini della vita.
Ambrose Bierce, Dizionario del Diavolo
Crollate le vecchie norme, non ancora sorte o bene stabilite le nuove, è naturale che il concetto della relatività d’ogni cosa si sia talmente allargato in noi, da farci quasi del tutto perdere l’estimativa. Nessuno più riesce a stabilirsi un punto di vista fermo e incrollabile.
Luigi Pirandello – Arte e scienza
Mentre il fresco flusso sgorgava su una mano, lei scriveva nell’altra la parola acqua, prima lentamente, poi rapidamente. Io stavo in piedi, immobile, e tutta la mia attenzione era concentrata sui movimenti delle sue [di Anne] dita. Improvvisamente, sentì una vaga consapevolezza, come di un qualcosa di dimenticato, il brivido di un pensiero che stava tornando e, in qualche modo, il mistero del linguaggio mi si rivelò in pieno. Avevo capito che “a-c-q-u-a” significava quella cosa meravigliosa e fresca che stava scorrendo sulla mia mano.
Helen Keller in “Storia della mia vita”, raccontando la sua infanzia da sordocieca.
Chi non ha le ali necessarie quando nasce non gli crescono mai più. Chi non sa per natura piombare a tempo debito sulla preda non lo imparerà giammai e inutilmente starà a guardare come fanno gli altri, non li saprà imitare. Si muore precisamente nello stato in cui si nasce, le mani organi per afferrare o anche inabili a tenere.
Italo Svevo – Una vita
Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo.
Jerome K. Jerome – Tre uomini in barca (“Three Men in a Boat”)
Quando gli uomini dalla profonda tristezza sono felici, si tradiscono: hanno un modo d’afferrare la gioia come se volessero schiacciarla e soffocarla per gelosia – ah, sanno fin troppo bene che da loro via se ne fugge!
Friedrich Nietzsche – Al di là del bene e del male
Dio è morto. Dio resta morto. E noi l’abbiamo ucciso.[🡕]
Friedrich Nietzsche – La gaia scienza
Oggi non rientra soltanto nelle mie abitudini, ma fa anche parte del mio gusto – un gusto malizioso forse? – non scrivere più nulla che non porti alla disperazione ogni genere di gente “frettolosa”. Filologia, infatti, è quella onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, tirarsi da parte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un’arte e una perizia di orafi della parola, che deve compiere un finissimo attento lavoro e non raggiungere nulla se non lo raggiunge lento. Ma proprio per questo fatto è oggi più necessaria che mai; è proprio per questo mezzo che essa ci attira e ci incanta quanto mai fortemente, nel cuore di un’epoca del “lavoro”, intendo dire della fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol “sbrigare” immediatamente ogni cosa, […]
Nietzsche – Aurora – Prefazione – 5
Le donne possono stringere benissimo amicizia con un uomo; ma per poterla conservare, a tal fine deve ben aiutare una piccola antipatia fisica.
Nietzsche – Umano, troppo umano
L’antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine tra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l’uomo. Rigido e immobile, il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole: «Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto.»
Friedrich Nietzsche – La nascita della tragedia
In cuor suo giubilava di essere sfuggito alla tormentosa e fastidiosa esigenza del vivere, alle sue tempeste, fuori dall’orizzonte sotto il quale folgoreggiano i lampi delle grandi gioie e rimbombano gli improvvisi tuoni dei grandi dolori, dove si è lusingati da speranze fallaci e da stupendi fantasmi di felicità, dove l’uomo è ròso e consunto dai suoi propri pensieri, dove la passione lo uccide, lo spirito cade e trionfa, dove l’uomo è impegnato in una continua battaglia per poi lasciare il campo, straziato e ugualmente insoddisfatto e infelice.
Oblomov – Ivan Goncharov
Gli uomini ridono di simili originali, ma le donne li riconoscono subito; le donne pure e caste li amano per simpatia, le corrotte cercano di avvicinarli per dimenticare la propria rovina.
Oblomov – Ivan Goncharov
I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi.
Johann Wolfgang von Goethe
Anzi, quando il discepolo avesse da natura sortito mente al pensare più pronta, e vigorosa, i suoi traviamenti sarebbono di gran lunga più sfrenati, e pericolosi di quelli del suo stesso maestro.
Filosofia di Giacomo Leopardi, Domenico Solimani
Che l’esistenza umana debba essere una sorta di errore, risulta a sufficienza dalla semplice osservazione che l’uomo è una concrezione di bisogni, la difficile soddisfazione dei quali non gli garantisce se non una condizione senza dolore, nella quale poi è dato in preda alla noia; la quale dimostra direttamente che l’esistenza non ha in sé alcun valore: infatti la noia non è altro che sentire la vacuità dell’esistenza.
Arthur Schopenhauer – Parerga e paralipomena; anche su “Aforismi sulla saggezza del vivere”
Si può essere saggio solo alla condizione di vivere in un mondo di stolti.
Arthur Schopenhauer – Aforismi sulla saggezza del vivere
Mi hanno chiamato pazzo; ma nessuno ancora ha potuto stabilire se la pazzia sia o non sia la più elevata forma d’intelligenza, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non derivi da una malattia del pensiero, da umori esaltati della mente a spese dell’intelletto generale.
Edgar Allan Poe, Eleonora
Il coraggio uno non se lo può dare.
Don Abbondio
Due verità che gli uomini generalmente non crederanno mai: l’una di non saper nulla, l’altra di non esser nulla. Aggiungi la terza, che ha molta dipendenza dalla seconda: di non aver nulla a sperare dopo la morte.
Leopardi, Zibaldone, 4525-4526
Eleandro. Dunque s’ingannano grandemente quelli che dicono e predicano che la perfezione dell’uomo consiste nella conoscenza del vero, e tutti i suoi mali provengono dalle opinioni false e dalla ignoranza, e che il genere umano allora finalmente sará felice, quando ciascuno o i piú degli uomini conosceranno il vero, e a norma di quello solo comporranno e governeranno la loro vita. E queste cose le dicono poco meno che tutti i filosofi antichi e moderni. Ecco che a giudizio vostro, quelle veritá che sono la sostanza di tutta la filosofia, si debbono occultare alla maggior parte degli uomini; e credo che facilmente consentireste che debbano essere ignorate o dimenticate da tutti: perché sapute, e ritenute nell’animo, non possono altro che nuocere. Il che è quanto dire che la filosofia si debba estirpare dal mondo. Io non ignoro che l’ultima conclusione che si ricava dalla filosofia vera e perfetta si è che non bisogna filosofare. Dal che s’inferisce che la filosofia, primieramente è inutile, perché a questo effetto di non filosofare, non fa di bisogno esser filosofo; secondariamente è dannosissima, perché quella ultima conclusione non vi s’impara se non alle proprie spese, e imparata che sia, non si può mettere in opera; non essendo in arbitrio degli uomini dimenticare le veritá conosciute, e deponendosi piú facilmente qualunque altro abito che quello di filosofare. In somma la filosofia, sperando e promettendo a principio di medicare i nostri mali, in ultimo si riduce a desiderare invano di rimediare a se stessa.
Giacomo Leopardi – Operette Morali – Dialogo di Timandro e di Eleandro
Non è più possibile l’ingannarci o il dissimulare. La filosofia ci ha fatto conoscer tanto che quella dimenticanza di noi stessi ch’era facile una volta, ora è impossibile.
Giacomo Leopardi – Operette morali, Frammento sul suicidio
Io ti risponderò in buona coscienza e ti giurerò, che da quando io misi piede in questa città, mai una goccia di piacere non è caduta sull’animo mio; eccetto in quei momenti ch’io ho letto le tue lettere, i quali ti dico senz’alcuna esagerazione che sono stati i più bei momenti della mia dimora in Roma: e quelle stesse poche righe che ponesti sotto la lettera di mia Madre, furono per me come un lampo di luce che rompessero le dense e mute e deserte tenebre che mi circondavano. Dirai ch’io non so vivere; che per te, e per altri tuoi simili il caso non andrebbe così. Ma senti i ragionamenti ed i fatti. L’uomo non può assolutamente vivere in una grande sfera, perché la sua forza o facoltà di rapporto è limitata. In una piccola città ci possiamo annoiare, ma alla fine i rapporti dell’uomo all’uomo e alle cose, esistono, perché la sfera de’ medesimi rapporti è ristretta e proporzionata alla natura umana. In una grande città l’uomo vive senza nessunissimo rapporto a quello che lo circonda, perché la sfera è così grande, che l’individuo non la può riempire, non la può sentire intorno a sé, e quindi non v’ha nessun punto di contatto fra essa e lui. Da questo potete congetturare quanto maggiore e più terribile sia la noia che si prova in una grande città, di quella che si prova nelle città piccole: giacché l’indifferenza, quell’orribile passione, anzi spassione, dell’uomo, ha veramente e necessariamente la sua principal sede nelle città grandi, cioè nelle società molto estese. La facoltà sensitiva dell’uomo, in questi luoghi, si limita al solo vedere. Questa è l’unica sensazione degl’individui, che non si riflette in verun modo nell’interno. L’unica maniera di poter vivere in una città grande, e che tutti, presto o tardi, sono obbligati a tenere, è quella di farsi una piccola sfera di rapporti, rimanendo in piena indifferenza verso tutto il resto della società. Vale a dire fabbricarsi dintorno come una piccola città, dentro la grande; rimanendo inutile e indifferente all’individuo tutto il resto della medesima gran città. […]
Giacomo Leopardi a Carlo Leopardi – Roma, 6 Dicembre 1822
Desiderar la vita in qualunque caso e in tutta l’estensione di questo desiderio non è insomma altro che desiderare l’infelicità; desiderar di vivere è quanto desiderare di essere infelice (20 marzo 1821).
Leopardi, Zibaldone, 829-830
Il ricordo della gioia non è più gioia, mentre il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Gordon Byron – Marino Faliero, Doge di Venezia (atto II, scena I)
Il mondo come volontà e rappresentazione
[…]Ma, a parte tutto ciò, la morte è la grande opportunità per cessare di essere se stessi, per chi intende coglierla. Durante la vita, la volontà dell’uomo è priva di libertà: le sue azioni vengono compiute sulla base del suo inalterabile carattere nella catena causale. Ma ognuno ricorda ciò che ha fatto, e perciò non è assolutamente soddisfatto di se stesso. Se dovesse continuare a vivere, continuerebbe ad agire nello stesso modo, per via dell’inalterabile natura del suo carattere. Di conseguenza, deve cessare di essere ciò che è per poter sbocciare dal germe della sua natura come nuovo essere differente. Perciò, la morte libera da tali vincoli; la volontà torna a essere libera; poiché la libertà è nell’Esse, non nell’Operari[…]
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, come trovato nel “generic_gnostic_01_shard” nel videogioco “Cyberpunk 2077” (2020)
[La vita dell’uomo] oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali.
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione
Estratto completo:
Abbiamo già visto nella natura incosciente che la sua intima essenza è un tendere costante, senza scopo e senza requie; questo ci si presenta in modo molto più evidente se consideriamo l’animale e l’uomo. Volere e tendere è la sua intera essenza, che è dunque in tutto simile a una sete inestinguibile. Ma il fondamento di ogni volere è il bisogno, la mancanza, dunque il dolore, al quale di conseguenza egli originariamente e per sua stessa natura appartiene. Se al contrario gli viene a mancare l’oggetto del volere, ove esso venga eliminato da una soddisfazione troppo facile, allora lo assalgono un vuoto spaventoso e la noia: la sua essenza e la sua stessa esistenza diventano per lui un peso insostenibile. La sua vita oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali. E questo è stato anche espresso, in modo assai singolare, dicendo che, dopo che l’uomo ha trasferito tutti i dolori e le sofferenze all’inferno, per il cielo non è rimasta disponibile altro che la noia.
C’è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici… Finché persistiamo in questo errore innato, e addirittura ci confermiamo in esso attraverso dogmi ottimistici, il mondo ci sembra pieno di contraddizioni. Perché ad ogni passo, nelle piccole e grandi cose, ci scontriamo col fatto che il mondo e la vita non sono certo organizzati allo scopo di mantenere un’esistenza felice… E da qui, i volti di quasi tutte le persone anziane, che portano l’espressione di ciò che chiamiamo delusione.
Arthur Schopenhauer – Il mondo come volontà e rappresentazione
In questi giorni passati sono stato molto meglio (di maniera però che chiunque sta bene, cadendo in questo meglio, si terrebbe morto) […]
Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 8 Agosto 1817
https://dnamistakes-ita.webcomic.ws/comics/pl/1603550[🡕]
L’immaginazione come ho detto è il primo fonte della felicità umana. Quanto più questa regnerà nell’uomo, tanto più l’uomo sarà felice. Lo vediamo nei fanciulli. Ma questa non può regnare senza l’ignoranza, almeno una certa ignoranza come quella degli antichi. La cognizione del vero cioè dei limiti e definizioni delle cose, circoscrive l’immaginazione.
Giacomo Leopardi – Zibaldone
Chi nasce tondo non può morire quadrato.
Modo di dire
Che fatale dono del cielo è un’anima sensibile! Colui che l’ha ricevuto non deve aspettarsi altro che pene e dolori sulla terra. Vile trastullo dell’aria e delle stagioni, il sole, il cielo coperto o sereno regoleranno la sua sorte, sarà lieto o triste secondo i venti. Vittima dei pregiudizi, troverà in massime assurde un invincibile ostacolo ai giusti voti del suo cuore. Gli uomini lo castigheranno perché ha rette opinioni su ogni cosa, e perché ne giudica secondo verità e non secondo convenzioni. Basterebbe da solo a fare la propria infelicità, abbandonandosi senza discrezione alle divine attrattive dell’onesto e del bello, mentre le pesanti catene della necessità lo legano all’ignobiltà. Cercherà la suprema felicità senza ricordarsi che è un uomo: il cuore e la ragione saranno eternamente in guerra in lui, desideri sterminati gli prepareranno eterne privazioni.
Giulia o la nuova Eloisa – Jean-Jacques Rousseau
Ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola causa, dal non saper starsene in pace, in una camera.
Blaise Pascal
La verità sta in bocca ai bambini, agli iracondi, e agli ubriachi.
Proverbio inglese
Saranno grandi i Papi, saran potenti i re, ma quando qui si siedono (ndr al cesso) son tutti come me.
Vecchio adagio popolare
[…] «Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; […]»
Dante Alighieri – Divina Commedia, Inferno, Canto V
[…] vivere ne l’uomo è ragione usare.
Dante Alighieri, Convivio, trattato IV, capitolo VII; traendo da “Sull’anima” di Aristotele (Secondo Libro)
Ma attenzione alle nefaste conseguenze…
Guarda dietro di te l’abisso dell’eternità e davanti a te un altro infinito. In questa dimensione che differenza c’è tra vivere tre giorni o tre volte gli anni di Nestore?
Marco Aurelio – Colloqui con sé stesso, 4.50
Vanitas vanitatum et omnia vanitas.
Vanità delle vanità, tutto è vanità. (Ogni cosa è effimera, tutto è caduco.)
Qoelet/Ecclesiaste
Omnia fui, nihil expedit.
Settimio Severo, imperatore romano
Sono stato ogni cosa, ma a nulla mi è servito.
Nihil sub sole novum.
Qohelet, 1,9-10
Niente di nuovo sotto il sole. (Ogni cosa è già stata detta, ogni cosa è già stata fatta.)
Muore giovane chi è caro agli dei.
Menandro, IV-III secolo BCE
Memento mori.
(Ricordati che devi morire.)
Nota locuzione dai tempi dell’antica Roma.
La vita è sofferenza.
La prima nobile verità nel buddhismo – sebbene il concetto appaia anche in testi molto più antichi di altre culture.
Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo.
Bibbia – Geremia 10:23
In medio stat virtus.
La virtù sta nel mezzo.
La verità sta nel mezzo.
Il giusto sta nel mezzo.
Il troppo stroppia.
Il concetto di limite, di giusta misura, in Platone.
Wikipedia:
L’espressione risale ai filosofi scolastici medievali, anche se già Aristotele nell’Etica Nicomachea (”μέσον τε καὶ ἄριστον”; trad.: il mezzo è la cosa migliore), Orazio nelle Satire (“est modus in rebus”; trad.: c’è una misura nelle cose) e Ovidio nelle Metamorfosi (“medio tutissimus ibis”; trad.: seguendo la via di mezzo, camminerai sicurissimo) avevano espresso un concetto similare.
Anche nel buddhismo è presente un simile concetto: Il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza si chiama Via di Mezzo, perché evita i due estremi dell’auto-indulgenza e dell’auto-mortificazione, comportamenti eccessivi che non conducono alla pace mentale. Questa via, elaborata nell’Ottuplice Nobile Sentiero, consiste nel coltivare la virtù, la serenità meditativa e la saggezza.
La felicità è degli stolti.
Eram quod es, eris quod sum.
Anch’io ero come te (vivo), tu sarai come me (morto).
(Scritto sovente sulle tombe.)
Làthe biòsas.
Epicuro
Vivi nascosto / vivi appartato.