Skip to content


Libri e documenti

Libri, lettere, documenti storici, detti. Personaggi noti o relativamente noti.


Luciano si era talmente abituato a essere solo e a vivere imbozzolato nel suo romitaggio che andare da uno psicologo sarebbe stato impensabile: non si può concepire di risolvere un problema se il problema è tutto quello che si ha. È più facile distendersi dentro al suo rumore e cantarci sopra quando è possibile, qualche canzone stupida. Certi giorni, così, a Luciano poteva quasi sembrare di essere felice, e persino con una punta di orgoglio, nella coscienza che nessuno stava provando a farlo stare bene, tranne lui stesso.

Le vite potenziali – Francesco Targhetta

Il Super-Io è una struttura solubile in alcol.

I primi psicologi, negli anni ’60, quando hanno introdotto la psicologia in Italia (racconta Galimberti in un’intervista).

– Lei fuma tanto?

– Più che posso. Più che posso. Non conto. Tanto… Non morirò sano, ma difficile morire sani. A far male è vivere, perché a forza di vivere si muore.

Vittorio Feltri in un’intervista a casa sua

La società dei devianti. Depressi, schizoidi, suicidi, hikikomori, nichilisti, rom, migranti, cristi in croce e anormali d’ogni sorta… – Piero Cipriano

Lo schizoide è rigido nelle sue decisioni […] Leggi l’intera pagina

Oltre le passioni tristi: Dalla solitudine contemporanea alla creazione condivisa – Miguel Benasayag

Tutto accade come se la permanenza della sua sofferenza fosse la prova incontestabile della sua identità nel senso della sua singolarità: “Soffro, quindi sono”. Leggi l’intera pagina

La totalità degli animali e la schiacciante maggioranza degli uomini vivono senza mai provare il minimo bisogno di giustificazione. Vivono perché vivono, tutto qua, è così che ragionano; poi immagino che muoiano perché muoiono, e che questo, ai loro occhi, concluda l’analisi.

Michel Houellebecq – Sottomissione

Parliamo di musica – Stefano Bollani

Sin da bambino pativo il fatto che a un certo punto si dovesse prendere una strada precisa, nella musica come nella vita. Leggi l’intera pagina

Voi immaginate, un diciassettenne, è l’età in cui col padre si litiga furiosamente, anche adesso, e si litigava furiosamente anche allora (ndr nel Medioevo), come in ogni epoca, a quell’età lì.

Alessandro Barbero, Festival della Mente 2011[🡕]

Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

Alessandro Bergonzoni

Se quel che cerchi è la verità, una vita esaminata ti condurrà soltanto a un lungo viaggio verso i limiti della solitudine e ti scaricherà sul ciglio della strada con la tua verità e nient’altro.

Thomas Ligotti, La cospirazione contro la razza umana

Si figlia in due ma si pensa da soli.

Alessandro Bergonzoni

La cospirazione contro la razza umana – Thomas Ligotti

L’orrore che abbiamo ricevuto sarà ricevuto da altri in uno scandaloso passaggio di eredità. Essere vivi: per decenni svegliarsi all’ora giusta, e poi trascinarsi lungo l’ennesimo giro di umori, sensazioni, pensieri, voglie – l’intero spettro delle agitazioni – e infine crollare a letto a sudare nel buio del sonno profondo o bollire al fuoco lento delle fantasmagorie che molestano la mente in sogno. Leggi l’intera pagina

Non è poi così difficile capire le persone: basta non starle a sentire e “guardare” l’apparenza.

Grotteschi e arabeschi – Vitaliano Trevisan

Non si torna indietro. La storia di Ernesto Lomasti – Luca Beltrame

Un solo sbaglio e… il pianto di una madre, il muto dolore di un padre e per gli altri la vita continuerebbe uguale. Leggi l’intera pagina

Spesso, da parte di giornalisti o anche durante semplici conversazioni, mi è stata posta la domanda: Ma lei, perché scrive? Normalmente a questo rispondo, ed è la verità, che ci sono due ragioni di grande importanza. La prima ha a che fare con la necessità di non avere un capo, un boss. La seconda, per non alzarmi presto. Penso che tutti saremo d’accordo che sono delle cose non solo importanti, ma anche, in generale, difficili da raggiungere.

Javier Marías

L’istinto del lupo – La legge di lupo solitario – Massimo Lugli

Rimediai un giornale in un cestino e lo lessi da cima a fondo per far passare il tempo. Politica, sport, spettacoli. Non capivo perché la gente si interessasse tanto a tutte quelle cazzate. Leggi l’intera pagina

Eravamo solo in due o tre a Roma a considerare la scalata non solo come un hobby, ma come un lavoro: partire, farsi ossessionare da una parete di roccia, sentire prima di ogni tentativo la Via che incombe sopra di te in maniera angosciante, sentire l’ansia salire incontrollabile, addormentarsi con la Via in testa, alternare periodi di insonnia nervosa a periodi di sonnolenza morbosa, svegliarsi con la Via in testa, privarsi di qualcosa, e soffrire, anche se quel qualcosa, o quella sofferenza, non è necessariamente collegata alla prestazione; solo che sta scritto nelle leggi dell’universo che per ottenere devi soffrire, anche se non è detto che soffrendo otterrai per forza, allora cerchi la sofferenza perché essa ti pungola, ti sveglia, ti attiva e ti fa rompere (a tratti) quel vetro opaco che quasi sempre si pone tra te e la realtà, ti fa sentire almeno ogni tanto che sei vivo, e talvolta è più importante sentirsi vivo che stare bene e la serenità si può sacrificare in onore della vita pur di non ripiombare nell’orrenda anestesia nirvanica.

Alessandro “Jolly” Lamberti – Jollypower

L’eleganza del riccio – Muriel Barbery

In fin dei conti, gli adolescenti credono di diventare adulti scimmiottando adulti rimasti bambini che fuggono davanti alla vita. Leggi l’intera pagina

Pirandello proponeva tra le soluzioni alternative ai problemi dell’esistenza l’omicidio, il suicidio o la pazzia; oggigiorno, in un’epoca di sinergie sfrenate, dobbiamo unire le differenti possibilità, quindi dobbiamo diventare completamente pazzi, uccidere il più alto numero possibile di individui e poi finalmente commettere il suicidio.

Carl William Brown (Bruno Mensi)

In cima ad un violino – Alda Merini

C’è una faccia maligna – Alda Merini

La follia è semplicemente dolore.

Vittorino Andreoli

La disperazione è follia. La follia, la percezione della impossibilità di vivere: esserci, ma come non esserci. La disperazione come esperienza di follia è incompatibile con la vita. Vede morte, progetta morte e ammazza sé e l’altro. La disperazione è una follia possibile all’uomo, a tutti gli uomini; è anzi una prospettiva dell’uomo, si lega al suo bisogno di stare con l’altro, al fatto che da solo non può vivere, perché la vita umana non è solitudine ma condivisione, appartenenza, attaccamento.

Vittorino Andreoli, Il lato oscuro (2002)

Purtroppo l’assenza di voglia di vivere non basta per aver voglia di morire.

Michel Houellebecq – “Piattaforma. Nel centro del mondo”

«Cosa ti sorprende di più dell’umanità?»

Dio rispose:

«Che si annoiano dell’infanzia, si affrettano a diventare grandi, e poi desiderano tornare bambini. Che perdono la salute per fare soldi, e poi spendono i soldi per recuperare la salute. Che, pensando con ansia al futuro, dimenticano il presente, al punto da non vivere né nel presente né nel futuro. Che vivono come se non dovessero morire mai, e muoiono come se non avessero mai vissuto.»

Spesso erroneamente attribuita al Dalai Lama; da “Un colloquio con Dio” di James J. Lachard (pseudonimo di James J. Brown), primi anni 2000.

La fatica di essere se stessi. Depressione e società – Alain Ehrenberg

Più che un infortunio affettivo, la depressione è oggi un modo di vivere. Leggi l’intera pagina

L’affondamento del Titanic rappresentò la fine di un’epoca, il sogno infranto della belle époque. Come per la caduta dell’impero babilonese, l’affondamento del Titanic ha rappresentato il simbolo dello sgretolamento di orgogliosi imperi, con una simile mescolanza di ricchi, borghesi e poveri tutti destinati insieme all’abisso. Era la fine di una leggenda che sposava la tecnologia alla ricchezza, il materialismo al romanticismo, l’illusione alla fantasia.

Massimo Polidoro, La maledizione del Titanic

Sul lettino di Freud – Irvin D. Yalom

A sessantatré anni, faceva lo psichiatra da un tempo sufficientemente lungo da passare indenne attraverso vari orientamenti positivistici. Leggi l’intera pagina

Già dalla nostra tramontante nascita incomincia un destino. Spietato, per la maggior parte degli esseri umani: se non si nasce miliardari, si è spacciati per sempre. Ci si deve piegare al quotidiano, procurare gli stimoli al progetto; invece di s-progettare, si è dannati al disegno.

Cominciò ch’era finita, come in tutte le disavventure “lorenzacce”. Fossi stato il miliardario Schopenhauer, non avrei certo scritto “Il mondo come volontà e rappresentazione”. Me ne sarei ben guardato: non si nasce per lavorare, spiegarsi, pensare; non si nasce nemmeno a de-pensare, perché anche questo è occuparsi del pensiero. Non si nasce a gestire, all’agire-patire: ci è tutto inflitto dalle circostanze.

Così come subiamo passivamente ogni nostra percezione prenatale, subiremo anche in seguito il significante. Nella recidività della vita, il discorso non apparterrà mai all’essere parlante.

L’anagrafe, lo studiarsi di sopravvivere ci condannano all’in-formarsi, per formarsi, deformarsi, ingobbire leopardianamente, pur d’avere una parte, quando non si vorrebbe altro che mettere da parte l’arte, come del resto la vita. Una vera iattura.

Carmelo Bene, Autografia di un ritratto

Come se finisse il mondo. Il senso dell’esperienza schizofrenica – Eugenio Borgna

“Confessa! confessa! mi si gridava come si faceva un tempo con gli stregoni e con gli eretici, e alla fine ho deciso di lasciarmi classificare in una malattia definita dai medici, e chiamata indifferentemente dal dizionario medico come teomania o demonomania. Servendosi dei significati immanenti a queste due definizioni, la scienza si attribuisce il diritto di fare sparire, o di ridurre al silenzio, tutti i profeti e i veggenti predetti dall’Apocalisse; e io mi rallegravo di essere uno di questi”. Leggi l’intera pagina

Come il liberalismo economico incontrollato, e per ragioni analoghe, così il liberalismo sessuale produce fenomeni di depauperamento assoluto. Taluni fanno l’amore ogni giorno; altri lo fanno cinque o sei volte in tutta la vita, oppure mai. È ciò che viene chiamato “legge del mercato”. In un sistema economico dove il licenziamento sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare un posto. In un sistema sessuale dove l’adulterio sia proibito, tutti riescono più o meno a trovare il proprio compagno di talamo. In situazione economica perfettamente liberale, c’è chi accumula fortune considerevoli; altri marciscono nella disoccupazione e nella miseria. In situazione sessuale perfettamente liberale, c’è chi ha una vita erotica varia ed eccitante; altri sono ridotti alla masturbazione e alla solitudine. Il liberalismo economico è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Altrettanto, il liberalismo sessuale è l’estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Sul piano economico, Raphaël Tisserand appartiene alla schiera dei vincitori; sul piano sessuale, a quella dei vinti. Taluni vincono su entrambi i fronti; altri perdono su entrambi i fronti. Le imprese si disputano alcuni giovani laureati; le femmine si disputano alcuni giovani maschi; i maschi si disputano alcune giovani femmine; lo scompiglio e la confusione sono considerevoli.

Estensione del dominio della lotta, Michel Houellebecq

Alcune persone provano molto presto nella vita una spaventosa impossibilità di vivere di per sé; in sostanza non sopportano di vedere la propria vita in faccia, e di vederla per intero, senza nessuna zona d’ombra, senza nessuno sfondo. La loro esistenza, lo ammetto, è d’eccezione alla legge della natura non solo perché questa frattura di inadattamento fondamentale si produce fuori da qualsiasi finalità genetica, ma anche per via della eccessiva lucidità che essa presuppone, lucidità che evidentemente trascende gli schemi di percezione dell’esistenza ordinaria. Talvolta basta mettere di fronte a una di queste persone un’altra persona – a condizione di poterla supporre altrettanto pura, altrettanto trasparente – perché tale insostenibile frattura si risolva in un’aspirazione luminosa, tesa in permanenza verso l’assolutamente inaccessibile. Sicché, laddove giorno dopo giorno lo specchio non riflette altro che una stessa immagine esasperante, due specchi paralleli elaborano e costruiscono una rete netta e fitta che impegna lo sguardo umano lungo una traiettoria infinita, senza limiti, infinita nella sua purezza geometrale, al di là delle sofferenze e del mondo.

Michel Houellebecq – Estensione del dominio della lotta

Estensione del dominio della lotta – Michel Houellebecq

Alcune persone provano molto presto nella vita una spaventosa impossibilità di vivere di per sé. Leggi l’intera pagina

La mia natura, portata al silenzio e alla riflessione, aveva sempre provato un certo disgusto per ogni forma di frastuono o di clamore, per ogni manifestazione di quell’allegria portata all’eccesso che tanto spesso sconfina nella violenza. Avevo sempre odiato la gozzoviglia goliardica e carnevalesca come se la morte, proprio nei riti che vogliono esorcizzarla, mi si facesse ancora più minacciosa.

La variante di Lüneburg – Paolo Maurensig

La variante di Lüneburg – Paolo Maurensig

Avevo sempre odiato la gozzoviglia goliardica e carnevalesca come se la morte, proprio nei riti che vogliono esorcizzarla, mi si facesse ancora più minacciosa. Leggi l’intera pagina

Angeli dell’universo – Einar Már Guðmundsson

No, questa tomba non è sufficientemente profonda per accogliere i sentimenti di tutti noi. Leggi l’intera pagina

La politica del super-io. Fondamenti di psicopatologia strutturale e dialettica – Luigi Anepeta

Talaltra, nel contesto delle esperienze ossessive, la depressione interviene […] in virtù di una spinta al cambiamento che porta il soggetto a sentire di dover dare spazio ai suoi bisogni frustrati, che però, avendo assunto una configurazione pulsionale anarchica e trasgressiva, sono intensamente colpevolizzati. Continua a leggere

La speranza è l’ultima a morire… ma è sempre la prima a prenderti per il culo.

Detto popolare

Per me le sale [del teatro] più son piene, più sono vuote.

Carmelo Bene, in più occasioni

La strada dall’abbozzo all’opera la si fa in ginocchio.

Vladimir Holan; citato da Kundera ne “L’arte del romanzo”

La felicità nelle persone intelligenti è la cosa più rara che io conosca.

Ernest Hemingway – Il giardino dell’Eden

Sono talmente appagato dalla solitudine che il minimo appuntamento è per me una crocifissione.

Emil Cioran – Confessioni e anatemi

[…] che l’uomo si guadagni lo stipendio, che la donna svolga quel lavoro di merda costituito dal costruire per lui un rifugio in questo mondo senza cuore, e che il bambino venga avviato verso quei campi di concentramento per i giovani chiamati “scuole”; […]

“L’abolizione del lavoro”, Bob Black

L’amore fisico è impensabile senza violenza.

Kundera – L’insostenibile leggerezza dell’essere

Vicino al Giordano – Alda Merini

Gli aspetti della morte sono talvolta abnormi. – Alda Merini

L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera

Il fiume scorre da sempre e le vicende degli uomini si svolgono sulla riva. Si svolgono per essere dimenticate il giorno dopo e perché il fiume scorra oltre. Leggi l’intera pagina

Mi stanca tutto, anche quello che non mi stanca. La mia allegria è dolorosa come il mio dolore.

[…]

Persino io, colui che sogna tanto, ho intervalli in cui il sogno mi sfugge. Allora le cose mi appaiono nitide. Svanisce la nebbia di cui mi avvolgo. Ed ogni fessura visibile ferisce la carne della mia anima. Ogni durezza osservata fa male al mio riconoscerla come durezza. Tutti i pesi visibili degli oggetti mi pesano dentro l’anima.

La mia vita è come se con essa mi picchiassero.

Fernando Pessoa – Libro dell’inquietudine

Non c’è cattivo più cattivo di un buono che diventa cattivo.

Charlie (Bud Spencer) in “Chi trova un amico trova un tesoro”

Io mi sono una donna – Alda Merini

I poeti lavorano di notte – Alda Merini

Anticamente un racconto aveva solo due modi per finire: passate tutte le prove, l’eroe e l’eroina si sposavano oppure morivano. Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l’inevitabilità della morte.

Italo Calvino – Se una notte d’inverno un viaggiatore

L’orma del Califfo – Wilbur Smith

Parker si era imposto un celibato assoluto, dirottando tutte le sue energie sessuali verso le conquiste dell’intelletto. Leggi l’intera pagina

Se una notte d’inverno un viaggiatore – Italo Calvino

Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita, l’inevitabilità della morte. Leggi l’intera pagina

Presi la bottiglia e andai in camera mia. Mi spogliai, tenni le mutande e andai a letto. Era un gran casino. La gente si aggrappava ciecamente a tutto quello che trovava: comunismo, macrobiotica, zen, surf, ballo, ipnotismo, terapie di gruppo, orge, ciclismo, erbe aromatiche, cattolicesimo, sollevamento pesi, viaggi, solitudine, dieta vegetariana, India, pittura, scrittura, scultura, composizione, direzione d’orchestra, campeggio, yoga, copula, gioco d’azzardo, alcool, ozio, gelato di yogurt, Beethoven, Bach, Budda, Cristo, meditazione trascendentale, succo di carota, suicidio, vestiti fatti a mano, viaggi aerei, New York City, e poi tutte queste cose sfumavano e non restava niente. La gente doveva trovare qualcosa da fare mentre aspettava di morire. Era bello avere una scelta.

Io l’avevo fatta da un pezzo, la mia scelta. Alzai la bottiglia di vodka e la bevvi liscia. I russi sapevano il fatto loro.

Charles Bukowski – Donne

Prendere coscienza dell’oblio dell’essere significa veder crollare quanto è stato costruito nella sua dimenticanza, Dio e mondo.

Umberto Galimberti – Heidegger, Jaspers e il tramonto dell’Occidente

La coscienza dell’Io è il maggior ostacolo alla corretta esecuzione di qualunque azione fisica.

Bruce Lee – Tao of Jeet Kune Do (postumo)

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

Ennio Flaiano, Autobiografia del Blu di Prussia

Perché non c’è nulla che dia tanto torto al potere quanto la Rassegnazione, che è poi il rifiuto del potere sotto qualsiasi forma (cioè lo rende quello che esso è in realtà, cioè un’illusione).

P.P. Pasolini, su “Tempo Illustrato”

Quando mi cruccio un po’ troppo perché non lavoro mi dico che potrei anche essere morto e in tal caso lavorerei ancora meno…

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Quando si sa con assoluta certezza che tutto è irreale, non si vede proprio perché ci si dovrebbe affannare a provarlo.

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Un pensiero che non sia segretamente marchiato dalla fatalità è intercambiabile, non vale niente, è solo pensiero…

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

In Paradiso, gli oggetti e gli esseri, assediati da ogni lato della luce, non proiettano ombra. Come dire che mancano di realtà, alla stregua di tutto quello che non è corrotto dalle tenebre e che la morte non tocca.

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Il pensiero della precarietà mi accompagna in ogni circostanza: stamane, imbucando una lettera, mi dicevo che era indirizzata a un mortale.

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Quello che so a sessant’anni lo sapevo altrettanto bene a venti. Quarant’anni di un lungo, superfluo lavoro di verifica…

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

”…Ma Elohim sa che, il giorno in cui ne mangerete, i vostri occhi si apriranno”. Si sono appena aperti, e già comincia il dramma. Guardare senza comprendere, questo è il paradiso. L’inferno sarebbe dunque il luogo in cui si comprende, in cui si comprende troppo…

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Fra cinquecentomila anni l’Inghilterra sarà, dicono, completamente ricoperta dall’acqua. Se fossi inglese deporrei le armi senza indugio.

Ognuno ha la propria unità di tempo. Per uno è la giornata, la settimana, il mese o l’anno; per un altro sono dieci anni, anzi cento… Queste unità, ancora a scala umana, sono compatibili con qualunque progetto e qualunque lavoro. C’è chi prende come unità il tempo stesso e si eleva talvolta al di sopra di esso: quale lavoro, quale progetto meriterà allora di essere preso sul serio? Chi vede troppo lontano, chi è contemporaneo di tutto il futuro, non può più affaccendarsi, non può neppure muoversi…

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Quando ci si conosce bene, non ci si disprezza del tutto solo perché si è troppo stanchi per abbandonarsi a sentimenti estremi.

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Ero solo in quel cimitero che sovrasta il paese, quando entrò una donna incinta. Uscii subito, per non dover guardare da vicino quella portatrice di cadavere, né rimuginare sul contrasto tra un ventre aggressivo e quelle tombe sbiadite, tra una falsa promessa e la fine di ogni promessa.

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Se potessimo vederci con gli occhi degli altri, scompariremmo all’istante.

Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati

Ospedali, galere e puttane: sono queste le università della vita. Io ho preso parecchie lauree. Chiamatemi dottore.

Charles Bukowski – A sud di nessun nord

A quanto pareva un uomo aveva solo un’alternativa, vivere una vita frenetica o diventare un barbone.

Charles Bukowski – A sud di nessun nord

L’inconveniente di essere nati – Emil Cioran

Gli occhi si sono appena aperti, e già comincia il dramma. Guardare senza comprendere, questo è il paradiso. L’inferno sarebbe dunque il luogo in cui si comprende, in cui si comprende troppo… Leggi l’intera pagina

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

Italo Calvino, Le città invisibili

A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l’uno dell’altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s’incrociano per un secondo e poi sfuggono.

Italo Calvino – Le città invisibili

tutti abbiamo udito la donnetta che dice: “oh, è terribile quel che fanno questi giovani a sé stessi, secondo me la droga è una cosa tremenda.” poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz’anima, senza culo, né bocca, né calore umano, né spirito, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avran fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa.

Charles Bukowski – Storie di ordinaria follia

Che idea brillante era riuscito a farsi venire in mente, che annotazioni penose ne erano risultate. Le parole rovinano il pensiero, la carta lo rende ridicolo, e mentre ci si accontenterebbe di mettere sulla carta anche qualcosa di rovinato e di ridicolo, la memoria si lascia scappare persino questo qualcosa di rovinato e di ridicolo. La carta trasforma una cosa straordinaria in una cosa priva d’importanza, in una ridicolaggine – diceva Konrad. Visto così, tutto ciò che appare al mondo – o meglio al mondo attraverso il mondo dello spirito – è per così dire sempre solo qualcosa di rovinato, qualcosa di ridicolo e dunque al mondo tutto è soltanto ridicolo e rovinato. Le parole sono fatte apposta per svilire il pensiero, anzi lui arrivava al punto di dire che le parole sono fatte apposta per abolire il pensiero e che un giorno ci riusciranno al cento per cento. In ogni caso le parole sminuiscono tutto – diceva Konrad. La depressione nasce dalle parole, da null’altro.

Thomas Bernhard, La fornace

Quel giorno sulla Luna – Oriana Fallaci

[«…] E al ritorno stia certa che non scriveranno poesie. Se ne fossero capaci, del resto, non andrebbero sulla Luna. E, soprattutto, non ne tornerebbero indietro.» Continua a leggere

Soffrire è produrre conoscenza.

Emil Cioran – Il funesto demiurgo / I nuovi dèi

La mia indipendenza che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.

P.P. Pasolini – Il Caos, su “Tempo Illustrato”

La felicità è per i porci.

Titolo del libro di Herman Tønnessen

Quello che non siamo in grado di cambiare, dobbiamo almeno descriverlo.

Rainer Werner Fassbinder

Quando il problema della felicità soppianta quello della conoscenza, la filosofia abbandona il suo campo specifico per dedicarsi a un’attività sospetta: si interessa all’uomo… Domande che prima non si sarebbe neanche degnata di porsi, ora la tengono occupata, e si ingegna a risolverle con l’aria più seria del mondo. «Come non soffrire?» è tra le prime a esigere la sua attenzione. Entrata in una fase di stanchezza, sempre più estranea all’inquietudine impersonale, all’avidità di conoscenza, la filosofia diserta la speculazione, e alle verità che sconcertano oppone quelle che consolano.

Emil Cioran – La tentazione di esistere

Da questi occhi – Alda Merini

Lolita – Vladimir Nabokov

«…perché non c’è davvero ragione di stare qui» continuai.
«Non c’è ragione di stare in nessun posto» disse Lolita. Leggi l’intera pagina

[…] bisogna
essere folli per essere chiari.

“Picasso” – P.P. Pasolini

Il nostro bisogno di consolazione – Stig Dagerman

Mi manca la fede e non potrò mai, quindi, essere un uomo felice, perché un uomo felice non può avere il timore che la propria vita sia solo un vagare insensato verso una morte certa. Non ho ereditato né un dio né un punto fermo sulla terra da cui poter attirare l’attenzione di un dio. Non ho ereditato nemmeno il ben celato furore dello scettico, il gusto del deserto del razionalista o l’ardente innocenza dell’ateo. Non oso dunque gettare pietre sulla donna che crede in cose di cui io dubito o sull’uomo che venera il suo dubbio come se non fosse anch’esso circondato dalle tenebre. Quelle pietre colpirebbero me stesso, perché di una cosa sono convinto: che il bisogno di consolazione che ha l’uomo non può essere soddisfatto. Continua a leggere

La vita è una malattia a trasmissione sessuale e ha un tasso di mortalità del 100%.

Ronald Laing

La vita è una malattia a trasmissione sessuale che porta lentamente alla morte.

Versione differente, da internet

Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto.

1984 – George Orwell

La fattoria degli animali – George Orwell

[…] Dopo i cavalli, vennero Muriel, la capra bianca, e Benjamin, l’asino. Benjamin era la bestia più vecchia della fattoria e la più bisbetica. Parlava raramente e quando apriva bocca era per fare ciniche osservazioni; per esempio, diceva che Dio gli aveva dato la coda per scacciare le mosche, ma che sarebbe stato meglio non ci fossero state né coda né mosche. Solo fra tutti gli animali della fattoria non rideva mai. Se gli si domandava il perché, rispondeva che non vedeva nulla di cui si potesse ridere. Continua a leggere

Gli uomini scoprono nello stesso tempo che tutte le attività umane sono equivalenti. […] Così è la stessa cosa ubriacarsi in solitudine o guidare i popoli. Se una di queste attività prevale sull’altra non sarà a causa del suo scopo reale, ma a causa del grado di coscienza che essa possiede del suo scopo ideale; e, in questo caso, succederà che il quietismo dell’ubriaco solitario prevarrà sull’inutile agitazione del condottiero di popoli.

L’essere e il nulla – Jean-Paul Sartre

(Nella dedica a Leone Werth)

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano).

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe

Il piccolo principe – Antoine de Saint-Exupéry

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano). Leggi l’intera pagina

A volte inciampava nella verità, ma si rialzava sempre e continuava per la sua strada.

Winston Churchill, probabilmente in merito a Stanley Baldwin; rivista Reader’s Digest

Ed è subito sera – Salvatore Quasimodo

Gli uomini, bisogna vederli dall’alto. Spegnevo la luce e mi mettevo alla finestra: essi neppure sospettavano che si potesse osservarli dal disopra. Curano la facciata, qualche volta la parte posteriore, ma tutti i loro effetti son calcolati per spettatori d’un metro e settanta. Chi ha mai riflettuto sulla forma d’un cappello duro visto dal sesto piano? Gli uomini dimenticano di difendere spalle e crani con colori vivi e stoffe vistose, non sanno combattere questo grande nemico dell’umanità; la prospettiva dall’alto.

Erostrato – Jean-Paul Sartre

La nausea – Jean-Paul Sartre

Ogni esistente nasce senza ragione, si protrae per debolezza e muore per combinazione. Leggi l’intera pagina

Nel momento in cui l’uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.

Sigmund Freud, lettera a Marie Bonaparte

Non ti preoccuperesti tanto di ciò che gli altri pensano di te, se sapessi quanto raramente lo fanno davvero.

Olin Miller

Il fiume in piena lo chiamano violento Ma nessuno chiama violento Il letto del fiume che lo costringe.

Bertolt Brecht – Sulla violenza (poesia, estratto)

[…] la mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai, il futuro, rende la vita più semplice, ma anche tanto priva di senso che si sarebbe tentati di usare del breve presente per strapparsi i pochi capelli che restarono sulla testa deformata.

Italo Svevo – Il vecchione

L’uomo, appena nato, è già abbastanza vecchio per morire.

Heidegger – Essere e tempo

Ricordai allora che una volta in Inghilterra la condanna ai lavori forzati veniva applicata appendendo il condannato al disopra di una ruota azionata a forza d’acqua, obbligando così la vittima a muovere in un certo ritmo le gambe che altrimenti gli sarebbero state sfracellate. Quando si lavora si ha sempre il senso di una costrizione di quel genere.

Italo Svevo – La coscienza di Zeno

L’ho finita con la psico-analisi. Dopo averla praticata assiduamente per sei mesi interi sto peggio di prima. […] Tanto fiduciosamente m’ero abbandonato al dottore che quando egli mi disse ch’ero guarito, gli credetti con fede intera e invece non credetti ai miei dolori che tuttavia m’assalivano. Dicevo loro: “Non siete mica voi!”. Ma adesso non v’è dubbio! Son proprio loro!

Italo Svevo – La coscienza di Zeno

La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.

Italo Svevo – La coscienza di Zeno

La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.

Italo Svevo – La coscienza di Zeno

La salute non analizza se stessa e neppur si guarda nello specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.

Italo Svevo – La coscienza di Zeno

Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.

Italo Svevo – La coscienza di Zeno

Al di là del principio di piacere – Sigmund Freud

[…] i più intensi e più tenaci di tali ricordi sono spesso proprio quelli lasciati da processi che non sono mai arrivati a coscienza. Leggi l’intera pagina

Novelle per un anno – La carriola – Luigi Pirandello

Quand’ho qualcuno attorno, non la guardo mai; ma sento che mi guarda lei, mi guarda, mi guarda senza staccarmi un momento gli occhi d’addosso. Vorrei farle intendere, a quattr’occhi, che non è nulla; che stia tranquilla; che non potevo permettermi con altri questo breve atto, che per lei non ha alcuna importanza e per me è tutto. Lo compio ogni giorno al momento opportuno, nel massimo segreto, con spaventosa gioia, perché vi assaporo, tremando, la voluttà d’una divina, cosciente follia, che per un attimo mi libera. Continua a leggere

Alla ricerca del tempo perduto – Marcel Proust

Un uomo che dorme tiene in cerchio intorno a sé il filo delle ore, l’ordine degli anni e dei mondi. Leggi l’intera pagina

(Soltanto nella traduzione italiana di Guido Almansi)

ozio (s.m.)
Intervalli di lucidità nei disordini della vita.

Ambrose Bierce, Dizionario del Diavolo

Manuale di armonia – Arnold Schoenberg

La vita e la morte sono contenute nello stesso seme, e nel mezzo sta solo il tempo, cioè nulla di essenziale ma solo una misura che finisce col colmarsi. Da questo esempio [l’allievo] deve imparare ciò che è eterno: il mutamento; e cosa è temporale: l’esistenza. Leggi l’intera pagina

Crollate le vecchie norme, non ancora sorte o bene stabilite le nuove, è naturale che il concetto della relatività d’ogni cosa si sia talmente allargato in noi, da farci quasi del tutto perdere l’estimativa. Nessuno più riesce a stabilirsi un punto di vista fermo e incrollabile.

Luigi Pirandello – Arte e scienza

Chi non ha le ali necessarie quando nasce non gli crescono mai più. Chi non sa per natura piombare a tempo debito sulla preda non lo imparerà giammai e inutilmente starà a guardare come fanno gli altri, non li saprà imitare. Si muore precisamente nello stato in cui si nasce, le mani organi per afferrare o anche inabili a tenere.

Italo Svevo – Una vita

Il lavoro mi piace, mi affascina. Potrei starmene seduto per ore a guardarlo.

Jerome K. Jerome – Tre uomini in barca (“Three Men in a Boat”)

Quando gli uomini dalla profonda tristezza sono felici, si tradiscono: hanno un modo d’afferrare la gioia come se volessero schiacciarla e soffocarla per gelosia – ah, sanno fin troppo bene che da loro via se ne fugge!

Friedrich Nietzsche – Al di là del bene e del male

Dio è morto. Dio resta morto. E noi l’abbiamo ucciso.[🡕]

Friedrich Nietzsche – La gaia scienza

Oggi non rientra soltanto nelle mie abitudini, ma fa anche parte del mio gusto – un gusto malizioso forse? – non scrivere più nulla che non porti alla disperazione ogni genere di gente “frettolosa”. Filologia, infatti, è quella onorevole arte che esige dal suo cultore soprattutto una cosa, tirarsi da parte, lasciarsi tempo, divenire silenzioso, divenire lento, essendo un’arte e una perizia di orafi della parola, che deve compiere un finissimo attento lavoro e non raggiungere nulla se non lo raggiunge lento. Ma proprio per questo fatto è oggi più necessaria che mai; è proprio per questo mezzo che essa ci attira e ci incanta quanto mai fortemente, nel cuore di un’epoca del “lavoro”, intendo dire della fretta, della precipitazione indecorosa e sudaticcia, che vuol “sbrigare” immediatamente ogni cosa, […]

Nietzsche – Aurora – Prefazione – 5

Le donne possono stringere benissimo amicizia con un uomo; ma per poterla conservare, a tal fine deve ben aiutare una piccola antipatia fisica.

Nietzsche – Umano, troppo umano

L’antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine tra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l’uomo. Rigido e immobile, il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole: «Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto.»

Friedrich Nietzsche – La nascita della tragedia

In cuor suo giubilava di essere sfuggito alla tormentosa e fastidiosa esigenza del vivere, alle sue tempeste, fuori dall’orizzonte sotto il quale folgoreggiano i lampi delle grandi gioie e rimbombano gli improvvisi tuoni dei grandi dolori, dove si è lusingati da speranze fallaci e da stupendi fantasmi di felicità, dove l’uomo è ròso e consunto dai suoi propri pensieri, dove la passione lo uccide, lo spirito cade e trionfa, dove l’uomo è impegnato in una continua battaglia per poi lasciare il campo, straziato e ugualmente insoddisfatto e infelice.

Oblomov – Ivan Goncharov

Gli uomini ridono di simili originali, ma le donne li riconoscono subito; le donne pure e caste li amano per simpatia, le corrotte cercano di avvicinarli per dimenticare la propria rovina.

Oblomov – Ivan Goncharov

I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi.

Johann Wolfgang von Goethe

Anzi, quando il discepolo avesse da natura sortito mente al pensare più pronta, e vigorosa, i suoi traviamenti sarebbono di gran lunga più sfrenati, e pericolosi di quelli del suo stesso maestro.

Filosofia di Giacomo Leopardi, Domenico Solimani

Che l’esistenza umana debba essere una sorta di errore, risulta a sufficienza dalla semplice osservazione che l’uomo è una concrezione di bisogni, la difficile soddisfazione dei quali non gli garantisce se non una condizione senza dolore, nella quale poi è dato in preda alla noia; la quale dimostra direttamente che l’esistenza non ha in sé alcun valore: infatti la noia non è altro che sentire la vacuità dell’esistenza.

Arthur Schopenhauer – Parerga e paralipomena; anche su “Aforismi sulla saggezza del vivere”

Si può essere saggio solo alla condizione di vivere in un mondo di stolti.

Arthur Schopenhauer – Aforismi sulla saggezza del vivere

Mi hanno chiamato pazzo; ma nessuno ancora ha potuto stabilire se la pazzia sia o non sia la più elevata forma d’intelligenza, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non derivi da una malattia del pensiero, da umori esaltati della mente a spese dell’intelletto generale.

Edgar Allan Poe, Eleonora

Il coraggio uno non se lo può dare.

Don Abbondio

Due verità che gli uomini generalmente non crederanno mai: l’una di non saper nulla, l’altra di non esser nulla. Aggiungi la terza, che ha molta dipendenza dalla seconda: di non aver nulla a sperare dopo la morte.

Leopardi, Zibaldone, 4525-4526

Eleandro. Dunque s’ingannano grandemente quelli che dicono e predicano che la perfezione dell’uomo consiste nella conoscenza del vero, e tutti i suoi mali provengono dalle opinioni false e dalla ignoranza, e che il genere umano allora finalmente sará felice, quando ciascuno o i piú degli uomini conosceranno il vero, e a norma di quello solo comporranno e governeranno la loro vita. E queste cose le dicono poco meno che tutti i filosofi antichi e moderni. Ecco che a giudizio vostro, quelle veritá che sono la sostanza di tutta la filosofia, si debbono occultare alla maggior parte degli uomini; e credo che facilmente consentireste che debbano essere ignorate o dimenticate da tutti: perché sapute, e ritenute nell’animo, non possono altro che nuocere. Il che è quanto dire che la filosofia si debba estirpare dal mondo. Io non ignoro che l’ultima conclusione che si ricava dalla filosofia vera e perfetta si è che non bisogna filosofare. Dal che s’inferisce che la filosofia, primieramente è inutile, perché a questo effetto di non filosofare, non fa di bisogno esser filosofo; secondariamente è dannosissima, perché quella ultima conclusione non vi s’impara se non alle proprie spese, e imparata che sia, non si può mettere in opera; non essendo in arbitrio degli uomini dimenticare le veritá conosciute, e deponendosi piú facilmente qualunque altro abito che quello di filosofare. In somma la filosofia, sperando e promettendo a principio di medicare i nostri mali, in ultimo si riduce a desiderare invano di rimediare a se stessa.

Giacomo Leopardi – Operette Morali – Dialogo di Timandro e di Eleandro

Non è più possibile l’ingannarci o il dissimulare. La filosofia ci ha fatto conoscer tanto che quella dimenticanza di noi stessi ch’era facile una volta, ora è impossibile.

Giacomo Leopardi – Operette morali, Frammento sul suicidio

Io ti risponderò in buona coscienza e ti giurerò, che da quando io misi piede in questa città, mai una goccia di piacere non è caduta sull’animo mio; eccetto in quei momenti ch’io ho letto le tue lettere, i quali ti dico senz’alcuna esagerazione che sono stati i più bei momenti della mia dimora in Roma: e quelle stesse poche righe che ponesti sotto la lettera di mia Madre, furono per me come un lampo di luce che rompessero le dense e mute e deserte tenebre che mi circondavano. Dirai ch’io non so vivere; che per te, e per altri tuoi simili il caso non andrebbe così. Ma senti i ragionamenti ed i fatti. L’uomo non può assolutamente vivere in una grande sfera, perché la sua forza o facoltà di rapporto è limitata. In una piccola città ci possiamo annoiare, ma alla fine i rapporti dell’uomo all’uomo e alle cose, esistono, perché la sfera de’ medesimi rapporti è ristretta e proporzionata alla natura umana. In una grande città l’uomo vive senza nessunissimo rapporto a quello che lo circonda, perché la sfera è così grande, che l’individuo non la può riempire, non la può sentire intorno a sé, e quindi non v’ha nessun punto di contatto fra essa e lui. Da questo potete congetturare quanto maggiore e più terribile sia la noia che si prova in una grande città, di quella che si prova nelle città piccole: giacché l’indifferenza, quell’orribile passione, anzi spassione, dell’uomo, ha veramente e necessariamente la sua principal sede nelle città grandi, cioè nelle società molto estese. La facoltà sensitiva dell’uomo, in questi luoghi, si limita al solo vedere. Questa è l’unica sensazione degl’individui, che non si riflette in verun modo nell’interno. L’unica maniera di poter vivere in una città grande, e che tutti, presto o tardi, sono obbligati a tenere, è quella di farsi una piccola sfera di rapporti, rimanendo in piena indifferenza verso tutto il resto della società. Vale a dire fabbricarsi dintorno come una piccola città, dentro la grande; rimanendo inutile e indifferente all’individuo tutto il resto della medesima gran città. […]

Giacomo Leopardi a Carlo Leopardi – Roma, 6 Dicembre 1822

Desiderar la vita in qualunque caso e in tutta l’estensione di questo desiderio non è insomma altro che desiderare l’infelicità; desiderar di vivere è quanto desiderare di essere infelice (20 marzo 1821).

Leopardi, Zibaldone, 829-830

Il ricordo della gioia non è più gioia,
mentre il ricordo del dolore è ancora dolore.

George Gordon Byron – Marino Faliero, Doge di Venezia (atto II, scena I)

Il mondo come volontà e rappresentazione

[…]Ma, a parte tutto ciò, la morte è la grande opportunità per cessare di essere se stessi, per chi intende coglierla. Durante la vita, la volontà dell’uomo è priva di libertà: le sue azioni vengono compiute sulla base del suo inalterabile carattere nella catena causale. Ma ognuno ricorda ciò che ha fatto, e perciò non è assolutamente soddisfatto di se stesso. Se dovesse continuare a vivere, continuerebbe ad agire nello stesso modo, per via dell’inalterabile natura del suo carattere. Di conseguenza, deve cessare di essere ciò che è per poter sbocciare dal germe della sua natura come nuovo essere differente. Perciò, la morte libera da tali vincoli; la volontà torna a essere libera; poiché la libertà è nell’Esse, non nell’Operari[…]

Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, come trovato nel “generic_gnostic_01_shard” nel videogioco “Cyberpunk 2077” (2020)

[La vita dell’uomo] oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali.

Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione

Estratto completo:

Abbiamo già visto nella natura incosciente che la sua intima essenza è un tendere costante, senza scopo e senza requie; questo ci si presenta in modo molto più evidente se consideriamo l’animale e l’uomo. Volere e tendere è la sua intera essenza, che è dunque in tutto simile a una sete inestinguibile. Ma il fondamento di ogni volere è il bisogno, la mancanza, dunque il dolore, al quale di conseguenza egli originariamente e per sua stessa natura appartiene. Se al contrario gli viene a mancare l’oggetto del volere, ove esso venga eliminato da una soddisfazione troppo facile, allora lo assalgono un vuoto spaventoso e la noia: la sua essenza e la sua stessa esistenza diventano per lui un peso insostenibile. La sua vita oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali. E questo è stato anche espresso, in modo assai singolare, dicendo che, dopo che l’uomo ha trasferito tutti i dolori e le sofferenze all’inferno, per il cielo non è rimasta disponibile altro che la noia.

C’è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici… Finché persistiamo in questo errore innato, e addirittura ci confermiamo in esso attraverso dogmi ottimistici, il mondo ci sembra pieno di contraddizioni. Perché ad ogni passo, nelle piccole e grandi cose, ci scontriamo col fatto che il mondo e la vita non sono certo organizzati allo scopo di mantenere un’esistenza felice… E da qui, i volti di quasi tutte le persone anziane, che portano l’espressione di ciò che chiamiamo delusione.

Arthur Schopenhauer – Il mondo come volontà e rappresentazione

In questi giorni passati sono stato molto meglio (di maniera però che chiunque sta bene, cadendo in questo meglio, si terrebbe morto) […]

Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 8 Agosto 1817

https://dnamistakes-ita.webcomic.ws/comics/pl/1603550[🡕]

L’immaginazione come ho detto è il primo fonte della felicità umana. Quanto più questa regnerà nell’uomo, tanto più l’uomo sarà felice. Lo vediamo nei fanciulli. Ma questa non può regnare senza l’ignoranza, almeno una certa ignoranza come quella degli antichi. La cognizione del vero cioè dei limiti e definizioni delle cose, circoscrive l’immaginazione.

Giacomo Leopardi – Zibaldone

Chi nasce tondo non può morire quadrato.

Modo di dire

Che fatale dono del cielo è un’anima sensibile! Colui che l’ha ricevuto non deve aspettarsi altro che pene e dolori sulla terra. Vile trastullo dell’aria e delle stagioni, il sole, il cielo coperto o sereno regoleranno la sua sorte, sarà lieto o triste secondo i venti. Vittima dei pregiudizi, troverà in massime assurde un invincibile ostacolo ai giusti voti del suo cuore. Gli uomini lo castigheranno perché ha rette opinioni su ogni cosa, e perché ne giudica secondo verità e non secondo convenzioni. Basterebbe da solo a fare la propria infelicità, abbandonandosi senza discrezione alle divine attrattive dell’onesto e del bello, mentre le pesanti catene della necessità lo legano all’ignobiltà. Cercherà la suprema felicità senza ricordarsi che è un uomo: il cuore e la ragione saranno eternamente in guerra in lui, desideri sterminati gli prepareranno eterne privazioni.

Giulia o la nuova Eloisa – Jean-Jacques Rousseau

Ho scoperto che tutta l’infelicità degli uomini deriva da una sola causa, dal non saper starsene in pace, in una camera.

Blaise Pascal

La verità sta in bocca ai bambini, agli iracondi, e agli ubriachi.

Proverbio inglese

Saranno grandi i Papi, saran potenti i re, ma quando qui si siedono (ndr al cesso) son tutti come me.

Vecchio adagio popolare

[…] «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; […]»

Dante Alighieri – Divina Commedia, Inferno, Canto V

[…] vivere ne l’uomo è ragione usare.

Dante Alighieri, Convivio, trattato IV, capitolo VII; traendo da “Sull’anima” di Aristotele (Secondo Libro)

Ma attenzione alle nefaste conseguenze…

Guarda dietro di te l’abisso dell’eternità e davanti a te un altro infinito. In questa dimensione che differenza c’è tra vivere tre giorni o tre volte gli anni di Nestore?

Marco Aurelio – Colloqui con sé stesso, 4.50

Vanitas vanitatum et omnia vanitas.

Vanità delle vanità, tutto è vanità. (Ogni cosa è effimera, tutto è caduco.)

Qoelet/Ecclesiaste

Omnia fui, nihil expedit.

Settimio Severo, imperatore romano

Sono stato ogni cosa, ma a nulla mi è servito.

Nihil sub sole novum.

Qohelet, 1,9-10

Niente di nuovo sotto il sole. (Ogni cosa è già stata detta, ogni cosa è già stata fatta.)

Muore giovane chi è caro agli dei.

Menandro, IV-III secolo BCE

Memento mori.

(Ricordati che devi morire.)

Nota locuzione dai tempi dell’antica Roma.

La vita è sofferenza.

La prima nobile verità nel buddhismo – sebbene il concetto appaia anche in testi molto più antichi di altre culture.

Non appartiene all’uomo che cammina nemmeno di dirigere il suo passo.

Bibbia – Geremia 10:23

In medio stat virtus.

La virtù sta nel mezzo.

La verità sta nel mezzo.

Il giusto sta nel mezzo.

Il troppo stroppia.

Il concetto di limite, di giusta misura, in Platone.

Wikipedia:
L’espressione risale ai filosofi scolastici medievali, anche se già Aristotele nell’Etica Nicomachea (”μέσον τε καὶ ἄριστον”; trad.: il mezzo è la cosa migliore), Orazio nelle Satire (“est modus in rebus”; trad.: c’è una misura nelle cose) e Ovidio nelle Metamorfosi (“medio tutissimus ibis”; trad.: seguendo la via di mezzo, camminerai sicurissimo) avevano espresso un concetto similare.
Anche nel buddhismo è presente un simile concetto: Il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza si chiama Via di Mezzo, perché evita i due estremi dell’auto-indulgenza e dell’auto-mortificazione, comportamenti eccessivi che non conducono alla pace mentale. Questa via, elaborata nell’Ottuplice Nobile Sentiero, consiste nel coltivare la virtù, la serenità meditativa e la saggezza.

La felicità è degli stolti.

Eram quod es, eris quod sum.

Anch’io ero come te (vivo), tu sarai come me (morto).

(Scritto sovente sulle tombe.)

Làthe biòsas.

Epicuro

Vivi nascosto / vivi appartato.