Etichetta: sofferenza
Soffrire: fare effettiva esperienza dell’esistere. Male di vivere, dolore fisico, etc.
Quanto è triste essere malati sapendo così tanto della propria malattia e non potendo farci niente.
Il 99% dell’attività è data hoarding, l’1% è usufruire, alla fin fine. La musica anni fa, altre cose dopo. Perché poi quando usufruisci, ti rompi il cazzo. Per forza che alla gente piace lavorare, perché altrimenti gli esplode il cervello; è lo stesso meccanismo. Ricerca infnita di distrazione meccanica e ripetitiva. Tergiversazioni attorno al nucleo della disperazione.
E questo… quando le cose vanno bene.
E poi all’accumulatore dicono: «Non serve che accumuli tutto. Questa cosa X, non serve che la accumuli, resisti.» Ma se non serve ch’io salvi X, significa che non serve ch’io salvi Y, significa che non serve ch’io salvi niente, per semplice sillogismo.
E infatti, ciò è corretto. Ma non fa che confermare il nichilismo e l’assoluta insignificanza del tutto.
Volontariato is da uei. Leggi l’intera pagina
Perché vivere è una continua tortura?
Sfogo su Reddit, con bei commenti. Leggi l’intera pagina
Le giornate si susseguono senza ritegno.
Un giorno è il tempo che ci vuole perché tu ti stufi del nuovo oggetto scintillante.
Dopodiché torni o alla tua vita da schiavo o alle tue basiche distrazioni organiche.
Vedi anche Fichte
Il solitario è quello che rimuove la sua presenza per non angosciare e infastidire l’altro, per lasciargli vivere la sua illusione, poiché la verità non porta a nient’altro che dolore. L’innamorato che si fa da parte per lasciare vivere l’altra, l’Oblomov che non ci prova nemmeno a far andare le cose perché sa che non possono andare. Quanto assurdo sarebbe che il tempo si innamorasse di una ragazza, o che la morte le scrivesse una poesia d’amore. Continua a leggere
Sulla responsabilità come soluzione
Erano i vecchi padri di famiglia dell’era pre-nichilistica, che credevano in un futuro, e che raccontavano ai loro figli le loro morali, le loro speranze, i loro valori. Leggi l’intera pagina
La “depressione razionale” è quella peggiore, perché prende semplicemente atto della verità del letamaio della propria esistenza. L’altra, sì, tocca abissi più profondi, ma ci si aggrappa al saper che è come un vento che passa. La lucidità, invece, fa soffrire l’animo col vero.
Che allora dicevi, “gli umani”, come fossero, questi, qualcosa di lontano. Certo lo siamo però anche noi, purtroppo, e ben consci di ciò, siamo rimasti distanti, perché nemmeno tra di noi può generarsi quell’autoillusione necessaria perché si verifichi l’inganno del senso, e così, come i numeri primi, come nel libro, ognuno per la sua strada. Che poi non è una strada, è attendere la morte col minor collaterale possibile, che poi mai si realizza – nemmeno quello, e quindi le alchimie nel sangue e i disperati lamenti.
Portano il peso del mondo sulle proprie spalle. Leggi l’intera pagina
(Sulla romanticizzazione della sofferenza)
[…] Ed è tutto molto bello e affascinante, ma purtroppo è anche vero.
Quando hai soldi, ma non sai che fartene, allora va automaticamente a sottolinearsi la gravità del tuo essere.
Distinguere i creduloni, con criterio
Oggi si usa il termine complottismo, ma non mi ricordo si usasse ai tempi degli avvistamenti UFO. Usiamo comunque questo termine per intendere le varie corbellerie a cui molta gente crede. Robe dentro i vaccini, UFO, scie chimiche, eh-ma-non-si-vedono-le-stelle, è strano che un edificio crolli solo perché gli arriva addosso un aereo di linea a 750 all’ora, e così via… Continua a leggere
Oddio. Mi sono svegliato nei miei panni.
La vita è una truffa. E ormai ci siamo cascati. Non per colpa nostra, “cascati” nel senso che ci siamo trovati a venire al mondo, ma il risultato è lo stesso.
Una volta cascati nella truffa, cosa si può fare? Non è che ci siano scelte possibili, quelle sono sottoinsiemi. L’unica cosa che si può fare è quella che fanno tutti, cioè rigirarsi nella merda in cui siamo caduti. Che poi prende la forma di varie attività, ma sempre di rigirarsi nella merda si tratta.
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Derek Muller è andato a visitare Cernobil… Leggi l’intera pagina
Monfalcone, zona Fincantieri, via Vittor Pisani, e l’angolo che poi continua su via Cosulich, tra le 17:00 e le 17:30, preferibilmente a gennaio, quando l’orario è quello tale che comincia a far scuro ma non è ancora notte. Quando cioè la giornata è già finita, e invece appena inizierebbe quello che viene sadicamente chiamato TEMPO LIBERO. Bonus, sapere qualcosina sul posto, sugli extracomunitari che assumono droghe strane per sopportare il carico, i subappalti, i giovani morti sul lavoro, etc., meccaniche che – per carità – si ritrovano in praticamente tutti i grandi cantieri e fabbriche d’Italia. Continua a leggere
Umberto Galimberti – Convegni e interviste (estratti)
Schopenhauer viene definito pessimista, naturalmente: ogni volta che non c’è un inno all’individuo, è pessimista, è ovvio, no… … Anche il povero Leopardi è pessimista, no? Quelli che dicono “pessimismo”… io dico: la guardate la realtà, dio bono, o non la volete proprio vedere? Leggi l’intera pagina
Come quando hai il mal di denti e ti stramaledici per tutte le volte che stavi bene e non ti sei goduto fino in fondo quanto era bello non avere il mal di denti e ti prometti che, se mai tornerà a esserci un giorno nella tua vita in cui non avrai il mal di denti, passerai almeno metà di ognuno dei giorni che ti restano da vivere a riflettere su quanto sia bello non avere il mal di denti e di certo non ti metterai mai più a lamentarti di stupidaggini come, che so, i vicini che fanno rumore o il non trovare parcheggio, mio dio, quanto è bello non trovare parcheggio senza mal di denti!
Astutillo Smeriglia sul suo blog “In coma è meglio” – Il famoso asteroide
Moralmente, fare figli è peggio dell’omicidio: si crea una vita dal nulla e la si condanna a soffrire per decenni.
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Il vero, unico problema, è non avere la predisposizione al suicidio.
Qualcuno su internet, intorno al 2016
Oltre le passioni tristi: Dalla solitudine contemporanea alla creazione condivisa – Miguel Benasayag
Tutto accade come se la permanenza della sua sofferenza fosse la prova incontestabile della sua identità nel senso della sua singolarità: “Soffro, quindi sono”. Leggi l’intera pagina
La costruzione dei parchi era necessaria. Quest’aria la possiamo respirare soltanto noi: ci siamo adattati in fretta, al contrario degli animali e delle piante. Utilizzando la tecnologia, altrimenti il nostro corpo non ce l’avrebbe fatta. A qualcuno, insomma, dispiaceva che flora e fauna scomparissero, così sono nati i parchi. In questa metropoli non c’è altro che la cupola, ma altrove ci sono strutture molto più estese, come ho potuto spesso ammirare navigando. Continua a leggere
Tanto valeva viver come bruti.
Titolo di un album degli Eua
La pazza della porta accanto – Conversazione con Alda Merini
Purtroppo l’anima, che è quella che poi scrive e che sopravvive […], è la parte che vola sulla materia ed è quella che è più attenta e più dolorosa: cioè, vedendo lo sfacelo del corpo, quest’anima si conduole (sic, ant.), si… soprattutto si smarrisce. Continua a leggere
Non posso pensare al sole o ai fiori appena visti? No, non riesco a pensare ad altro in questo momento che non sia il morire del tuo corpo puro in un sentiero di un bosco scuro e silenzioso. Leggi l’intera pagina
Il dono della vita – Astutillo Smeriglia
https://incomaemeglio.blogspot.com/2013/09/il-dono-della-vita.html[🡕] Continua a leggere
Finisce sempre così. Con la morte. Prima, però, c’è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L’emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo. Bla, bla, bla, bla… Altrove, c’è l’altrove. Io non mi occupo dell’altrove. Dunque, che questo romanzo abbia inizio. In fondo, è solo un trucco. Sì, è solo un trucco.
Jep, “La Grande Bellezza”, finale
A volte ci si accorge che si sta deglutendo la saliva. Si ferma il proprio respiro e lo si fa ricominciare. Si avverte lo scorrere veloce del sangue a ogni pulsare del cuore. Ci si ricorda quanto sia complesso il nostro corpo: innumerevoli le carni, innumerevoli i pensieri. Continua a leggere
È dal 2000 che siamo in crisi mentale. Leggi l’intera pagina
Sul letto, blu scuri. Leggi l’intera pagina
Aspra è quest’aria che mi graffia, rude. Leggi l’intera pagina
E lora el vecio ghe dava de pena… Leggi l’intera pagina
Attorto d’amarezza… Leggi l’intera pagina
Risulta inutile anche essere consapevoli dell’inutile.
La gente pensa che la vita sia altro, ma non è vero, la vita non è la tua collezione di monete, lo è, per illusione, una volta che hai la moglie al tuo fianco. Ma dopo? Dopo, tutto ciò che ti sta attorno è come se non esistesse e non fosse mai esistito, ha meno valore di una merda secca. Continua a leggere
E lei, la radiazione, ti racconta cose vere e contemporaneamente assurde, fredde, e soprattutto ruvide. Leggi l’intera pagina
Sarebbe interessante inalare arcobaleni.
Notai che non è possibile retrocedere. Non potevo scendere dal trono né annullare ciò che fino ad allora mi scivolò davanti agli occhi e ora era come scritto sulla pietra. Diedi massima importanza alla verità, e mi trovai inconsciamente a scrivere un crudele patto con lei. Le sensazioni avevano un sapore diverso. I lineamenti della realtà erano nitidi e freddi. Corrose da una luce grigia, le pareti mostravano le rughe del tempo. Non piove. Ma il sole ancora si nasconde dietro i palazzi nudi. Quel sole che con tanta luce cela la sua vera essenza. Tanta luce per tanto buio. Continua a leggere
– …perché il prossimo anno non ci vedremo più.
– E così va in pensione, beata lei, prof…
– Come?! Non dovresti dire queste cose, tu che sei giovane!
Un mio vecchio compagno di classe
Tristezza avvolgente, soffice, che non riesce a trafiggermi, ad uccidermi.
Morivo di paure, frenato come da un male vetusto. Leggi l’intera pagina
«È la società che è malata», diceva Zeno.
L’inettitudine è quasi vergogna di trovarsi faccia a faccia con una altro pirla come te, afflitto dalla condizione umana, immerso nella merda dei giorni nostri, e che deve fare finta che tutto vada bene.
L’adesso ha la fastidiosa abitudine di esistere sempre.
Vuoto → Distrazione → Sogno → Desiderio… Leggi l’intera pagina
Dark ambient moment.
Ho alzato bandiera bianca, ed è giusto che anche la musica che ascolto si adegui.
Tutti restavano confinati in quei ristretti spazi mentali. E io con loro; conoscevo solamente quel piccolo mondo. E tutto era maledettamente stupendo. C’era la passione, la sfida, gli scambi di opinioni, lo stacanovismo, e la soddisfazione. Continua a leggere
Certo, le circostanze non sono favorevoli; e quando mai… Bisognerebbe… Bisognerebbe niente: bisogna quello che è, bisogna il presente.
PGR – Cronaca montana
Eravamo solo in due o tre a Roma a considerare la scalata non solo come un hobby, ma come un lavoro: partire, farsi ossessionare da una parete di roccia, sentire prima di ogni tentativo la Via che incombe sopra di te in maniera angosciante, sentire l’ansia salire incontrollabile, addormentarsi con la Via in testa, alternare periodi di insonnia nervosa a periodi di sonnolenza morbosa, svegliarsi con la Via in testa, privarsi di qualcosa, e soffrire, anche se quel qualcosa, o quella sofferenza, non è necessariamente collegata alla prestazione; solo che sta scritto nelle leggi dell’universo che per ottenere devi soffrire, anche se non è detto che soffrendo otterrai per forza, allora cerchi la sofferenza perché essa ti pungola, ti sveglia, ti attiva e ti fa rompere (a tratti) quel vetro opaco che quasi sempre si pone tra te e la realtà, ti fa sentire almeno ogni tanto che sei vivo, e talvolta è più importante sentirsi vivo che stare bene e la serenità si può sacrificare in onore della vita pur di non ripiombare nell’orrenda anestesia nirvanica.
Alessandro “Jolly” Lamberti – Jollypower
Gavazzeni: “La musica peggiora l’uomo”
Alberto Sinigaglia (“ttL”, supplem. de La Stampa) Continua a leggere
– Preghi ancora il Signore?
– Certo.
– E ti senti ancora sola?
– Sì, decisamente.
– E non è molto triste?
– Sì, è molto triste.
Ma tale è la mia vita.
Galina Ustvolskaya in “Scream into Space”
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C’è una faccia maligna – Alda Merini
La follia è semplicemente dolore.
Vittorino Andreoli
La disperazione è follia. La follia, la percezione della impossibilità di vivere: esserci, ma come non esserci. La disperazione come esperienza di follia è incompatibile con la vita. Vede morte, progetta morte e ammazza sé e l’altro. La disperazione è una follia possibile all’uomo, a tutti gli uomini; è anzi una prospettiva dell’uomo, si lega al suo bisogno di stare con l’altro, al fatto che da solo non può vivere, perché la vita umana non è solitudine ma condivisione, appartenenza, attaccamento.
Vittorino Andreoli, Il lato oscuro (2002)
Carmelo Bene – Quattro momenti su tutto il nulla – 3°: Eros
Poveri, poveri… Poveri innamorati! Leggi l’intera pagina
Purtroppo l’assenza di voglia di vivere non basta per aver voglia di morire.
Michel Houellebecq – “Piattaforma. Nel centro del mondo”
I figli degli operai I figli dei bottegai I figli di chi è qualcuno e di chi non lo sarà mai
C.S.I. – Tutti giù per terra
[…]
Siete in un’altra dimensione. Io sono l’oscurità eterna.
[…]
La paura esiste in tutti, senza eccezioni, dal giorno in cui viene donata la vita. La vita è un gioco crudele. Vi affrontate e vi uccidete per sopravvivere. Soffrite, vi disperate. E poi? La morte. La paura della morte è sempre lì in agguato. Quando la morte inesorabile si avvicina e vi rendete conto che non potete far nulla per fermarla, la paura si risveglia in voi. Quanto più forte è la paura per la morte, tanto più difficile sarà accettarla. Ed ecco allora che si desta in voi il sentimento di odio e di gelosia nei confronti della vita. Un sentimento irrefrenabile che lascia un’unica via di salvezza: la distruzione. Avete visto Kuja? Ha ceduto alla paura della morte e ha scelto di distruggere il mondo di cristallo, l’origine di tutto.
[…]
Quella era la risposta. L’obiettivo di tutti gli esseri dell’universo è estinguersi. Aspettavo che qualcuno trovasse la risposta. Ora che ce l’ho, non permetterò a nessuno di sopravvivere.
[…]
Ho una sola missione… Ricostruire il mondo del nulla dove non esista nessuna forma di vita e d’evoluzione e dove non ci sia il mondo di cristallo! Nel mondo del nulla non esiste neppure la paura. È il mondo che voi desiderate!
[…]
Benché soffriate, il desiderio di attaccarvi alla vita è troppo forte. Questa malattia incurabile si chiama “voglia di vivere”. Ma, un giorno, la paura della morte s’impossesserà di voi e allora, proprio come Kuja, sceglierete la via della distruzione. E se vivete per distruggere tutto un giorno, è meglio che non siate mai esistiti. È paradossale, no? Ma è la pura verità. Accettatela: tutto è niente! Ritornare al nulla… Questo è il desiderio di voi esseri umani. Non respingetelo.
Trivia (Necron) in Final Fantasy IX
Tappami, Levante. Tappami.
Libero (Massimo Ceccherini) dentro la bara, ne Il Ciclone
Già dalla nostra tramontante nascita incomincia un destino. Spietato, per la maggior parte degli esseri umani: se non si nasce miliardari, si è spacciati per sempre. Ci si deve piegare al quotidiano, procurare gli stimoli al progetto; invece di s-progettare, si è dannati al disegno.
Cominciò ch’era finita, come in tutte le disavventure “lorenzacce”. Fossi stato il miliardario Schopenhauer, non avrei certo scritto “Il mondo come volontà e rappresentazione”. Me ne sarei ben guardato: non si nasce per lavorare, spiegarsi, pensare; non si nasce nemmeno a de-pensare, perché anche questo è occuparsi del pensiero. Non si nasce a gestire, all’agire-patire: ci è tutto inflitto dalle circostanze.
Così come subiamo passivamente ogni nostra percezione prenatale, subiremo anche in seguito il significante. Nella recidività della vita, il discorso non apparterrà mai all’essere parlante.
L’anagrafe, lo studiarsi di sopravvivere ci condannano all’in-formarsi, per formarsi, deformarsi, ingobbire leopardianamente, pur d’avere una parte, quando non si vorrebbe altro che mettere da parte l’arte, come del resto la vita. Una vera iattura.
Carmelo Bene, Autografia di un ritratto
Come se finisse il mondo. Il senso dell’esperienza schizofrenica – Eugenio Borgna
“Confessa! confessa! mi si gridava come si faceva un tempo con gli stregoni e con gli eretici, e alla fine ho deciso di lasciarmi classificare in una malattia definita dai medici, e chiamata indifferentemente dal dizionario medico come teomania o demonomania. Servendosi dei significati immanenti a queste due definizioni, la scienza si attribuisce il diritto di fare sparire, o di ridurre al silenzio, tutti i profeti e i veggenti predetti dall’Apocalisse; e io mi rallegravo di essere uno di questi”. Leggi l’intera pagina
Alcune persone provano molto presto nella vita una spaventosa impossibilità di vivere di per sé; in sostanza non sopportano di vedere la propria vita in faccia, e di vederla per intero, senza nessuna zona d’ombra, senza nessuno sfondo. La loro esistenza, lo ammetto, è d’eccezione alla legge della natura non solo perché questa frattura di inadattamento fondamentale si produce fuori da qualsiasi finalità genetica, ma anche per via della eccessiva lucidità che essa presuppone, lucidità che evidentemente trascende gli schemi di percezione dell’esistenza ordinaria. Talvolta basta mettere di fronte a una di queste persone un’altra persona – a condizione di poterla supporre altrettanto pura, altrettanto trasparente – perché tale insostenibile frattura si risolva in un’aspirazione luminosa, tesa in permanenza verso l’assolutamente inaccessibile. Sicché, laddove giorno dopo giorno lo specchio non riflette altro che una stessa immagine esasperante, due specchi paralleli elaborano e costruiscono una rete netta e fitta che impegna lo sguardo umano lungo una traiettoria infinita, senza limiti, infinita nella sua purezza geometrale, al di là delle sofferenze e del mondo.
Michel Houellebecq – Estensione del dominio della lotta
Angeli dell’universo – Einar Már Guðmundsson
No, questa tomba non è sufficientemente profonda per accogliere i sentimenti di tutti noi. Leggi l’intera pagina
Ci vuole un fisico speciale Per fare quello che ti pare Perché di solito a nessuno Vai bene così come sei
Tu che cercavi comprensione, sai, comprensione, sai Ti trovi lì in competizione, sai, competizione, sai
Ci vuole un fisico bestiale Per resistere agli urti della vita A quel che leggi sul giornale E certe volte anche alla sfiga
Ci vuole un fisico bestiale, sai, speciale, sai Anche per bere e per fumare, sai, fumare, sai
Ci vuole un fisico bestiale Perché siam sempre ad un incrocio Sinistra, destra, oppure dritto Il fatto è che è sempre un rischio
Ci vuole un attimo di pace, sai, di pace, sai Di fare quello che ci piace, sai, mi piace, sai
E come dicono i proverbi E lo dice anche mio zio Mente sana in corpo sano E adesso son convinto anch’io
Ci vuole molto allenamento, sai, allenamento, sai Per stare dritti contro il vento, sai, controvento, sai
Ci vuole un fisico bestiale Per stare nel mondo dei grandi E poi trovarsi a certe cene Con tipi furbi ed arroganti
Ci vuole un fisico bestiale, sai, speciale, sai Anche per bere e per fumare, sai, fumare, sai
Ci vuole un fisico bestiale Il mondo è un grande ospedale E siamo tutti un po’ malati Ma siamo anche un po’ dottori
E siamo tutti molto ignoranti sai, ignoranti, sai Ma siamo anche un po’ insegnanti sai, insegnanti, sai
Ci vuole un fisico bestiale Perché siam barche in mezzo al mare
Luca Carboni – Ci vuole un fisico bestiale
Le tre o le quattro di mattina il mondo torna il cesso che era prima
Lucio Dalla – Denis
La strada dall’abbozzo all’opera la si fa in ginocchio.
Vladimir Holan; citato da Kundera ne “L’arte del romanzo”
La felicità nelle persone intelligenti è la cosa più rara che io conosca.
Ernest Hemingway – Il giardino dell’Eden
– Che cos’è questo Nulla?
– È il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo e io ho fatto in modo di attrarlo.
La storia infinita
Vicino al Giordano – Alda Merini
Gli aspetti della morte sono talvolta abnormi. – Alda Merini
L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera
Il fiume scorre da sempre e le vicende degli uomini si svolgono sulla riva. Si svolgono per essere dimenticate il giorno dopo e perché il fiume scorra oltre. Leggi l’intera pagina
Mi stanca tutto, anche quello che non mi stanca. La mia allegria è dolorosa come il mio dolore.
[…]
Persino io, colui che sogna tanto, ho intervalli in cui il sogno mi sfugge. Allora le cose mi appaiono nitide. Svanisce la nebbia di cui mi avvolgo. Ed ogni fessura visibile ferisce la carne della mia anima. Ogni durezza osservata fa male al mio riconoscerla come durezza. Tutti i pesi visibili degli oggetti mi pesano dentro l’anima.
La mia vita è come se con essa mi picchiassero.
Fernando Pessoa – Libro dell’inquietudine
Io mi sono una donna – Alda Merini
Noi semo quella razza che non sta troppo bene che di giorno sarta fossi e la sera le cene. Lo posso grida’ forte, fino a diventa’ fioco noi semo quella razza che tromba tanto poco. Noi semo quella razza che al cinema si intasa pe’ vede’ donne gnude e farsi seghe a casa.
Eppure la natura ci insegna, sia su’ monti, sia a valle che si po’ nasce bruchi pe’ diventà farfalle. Ecco, noi semo quella razza che l’è fra le più strane: che bruchi semo nati e bruchi si rimane. Quella razza semo noi, ed è inutile fa’ finta: c’ha trombato la miseria e semo rimasti incinta.
Bozzone in Berlinguer ti voglio bene (Giuseppe Bertolucci)
”…Ma Elohim sa che, il giorno in cui ne mangerete, i vostri occhi si apriranno”. Si sono appena aperti, e già comincia il dramma. Guardare senza comprendere, questo è il paradiso. L’inferno sarebbe dunque il luogo in cui si comprende, in cui si comprende troppo…
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
Quando ci si conosce bene, non ci si disprezza del tutto solo perché si è troppo stanchi per abbandonarsi a sentimenti estremi.
Emil Cioran – L’inconveniente di essere nati
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
Italo Calvino, Le città invisibili
Soffrire è produrre conoscenza.
Emil Cioran – Il funesto demiurgo / I nuovi dèi
Nostra Signora dei Turchi – Carmelo Bene
Chi non ha mai pensato alla morte è forse immortale. È così che si vede la Madonna. Leggi l’intera pagina
Chi non ha mai pensato alla morte è forse immortale. È così che si vede la Madonna.
Carmelo Bene – Nostra Signora Dei Turchi
Abbiamo chiesto alla donna se c’era una cosa che desiderava più di ogni altra, nella vita. Ci ha guardato senza capire. Poi, a mezza voce, ha detto: «Dormire. Tre giorni di fila.» «Null’altro?», abbiamo chiesto. Ha fatto di sì con la testa. «Morire,» ha risposto; e non stava scherzando.
Fazzoletti di terra (1963), documentario di Giuseppe Taffarel su due anziani contadini della Val di Brenta.
Quando il problema della felicità soppianta quello della conoscenza, la filosofia abbandona il suo campo specifico per dedicarsi a un’attività sospetta: si interessa all’uomo… Domande che prima non si sarebbe neanche degnata di porsi, ora la tengono occupata, e si ingegna a risolverle con l’aria più seria del mondo. «Come non soffrire?» è tra le prime a esigere la sua attenzione. Entrata in una fase di stanchezza, sempre più estranea all’inquietudine impersonale, all’avidità di conoscenza, la filosofia diserta la speculazione, e alle verità che sconcertano oppone quelle che consolano.
Emil Cioran – La tentazione di esistere
Il nostro bisogno di consolazione – Stig Dagerman
Mi manca la fede e non potrò mai, quindi, essere un uomo felice, perché un uomo felice non può avere il timore che la propria vita sia solo un vagare insensato verso una morte certa. Non ho ereditato né un dio né un punto fermo sulla terra da cui poter attirare l’attenzione di un dio. Non ho ereditato nemmeno il ben celato furore dello scettico, il gusto del deserto del razionalista o l’ardente innocenza dell’ateo. Non oso dunque gettare pietre sulla donna che crede in cose di cui io dubito o sull’uomo che venera il suo dubbio come se non fosse anch’esso circondato dalle tenebre. Quelle pietre colpirebbero me stesso, perché di una cosa sono convinto: che il bisogno di consolazione che ha l’uomo non può essere soddisfatto. Continua a leggere
La fattoria degli animali – George Orwell
[…] Dopo i cavalli, vennero Muriel, la capra bianca, e Benjamin, l’asino. Benjamin era la bestia più vecchia della fattoria e la più bisbetica. Parlava raramente e quando apriva bocca era per fare ciniche osservazioni; per esempio, diceva che Dio gli aveva dato la coda per scacciare le mosche, ma che sarebbe stato meglio non ci fossero state né coda né mosche. Solo fra tutti gli animali della fattoria non rideva mai. Se gli si domandava il perché, rispondeva che non vedeva nulla di cui si potesse ridere. Continua a leggere
Ed è subito sera – Salvatore Quasimodo
Nel momento in cui l’uomo si interroga sul significato e sul valore della vita, egli è malato, dato che oggettivamente non esiste nessuna delle due cose; col porre questa domanda uno sta semplicemente ammettendo di avere una riserva di libido insoddisfatta provocata da qualcos’altro, una specie di fermentazione che ha condotto alla tristezza e alla depressione.
Sigmund Freud, lettera a Marie Bonaparte
Ricordai allora che una volta in Inghilterra la condanna ai lavori forzati veniva applicata appendendo il condannato al disopra di una ruota azionata a forza d’acqua, obbligando così la vittima a muovere in un certo ritmo le gambe che altrimenti gli sarebbero state sfracellate. Quando si lavora si ha sempre il senso di una costrizione di quel genere.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
La legge naturale non dà il diritto alla felicità, ma anzi prescrive la miseria e il dolore.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
La salute non analizza se stessa e neppur si guarda nello specchio. Solo noi malati sappiamo qualche cosa di noi stessi.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
Forse traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.
Italo Svevo – La coscienza di Zeno
Quando gli uomini dalla profonda tristezza sono felici, si tradiscono: hanno un modo d’afferrare la gioia come se volessero schiacciarla e soffocarla per gelosia – ah, sanno fin troppo bene che da loro via se ne fugge!
Friedrich Nietzsche – Al di là del bene e del male
L’antica leggenda narra che il re Mida inseguì a lungo nella foresta il saggio Sileno, seguace di Dioniso, senza prenderlo. Quando quello gli cadde infine tra le mani, il re domandò quale fosse la cosa migliore e più desiderabile per l’uomo. Rigido e immobile, il demone tace; finché, costretto dal re, esce da ultimo fra stridule risa in queste parole: «Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire? Il meglio è per te assolutamente irraggiungibile: non essere nato, non essere, essere niente. Ma la cosa in secondo luogo migliore per te è morire presto.»
Friedrich Nietzsche – La nascita della tragedia
Anzi, quando il discepolo avesse da natura sortito mente al pensare più pronta, e vigorosa, i suoi traviamenti sarebbono di gran lunga più sfrenati, e pericolosi di quelli del suo stesso maestro.
Filosofia di Giacomo Leopardi, Domenico Solimani
Che l’esistenza umana debba essere una sorta di errore, risulta a sufficienza dalla semplice osservazione che l’uomo è una concrezione di bisogni, la difficile soddisfazione dei quali non gli garantisce se non una condizione senza dolore, nella quale poi è dato in preda alla noia; la quale dimostra direttamente che l’esistenza non ha in sé alcun valore: infatti la noia non è altro che sentire la vacuità dell’esistenza.
Arthur Schopenhauer – Parerga e paralipomena; anche su “Aforismi sulla saggezza del vivere”
Io ti risponderò in buona coscienza e ti giurerò, che da quando io misi piede in questa città, mai una goccia di piacere non è caduta sull’animo mio; eccetto in quei momenti ch’io ho letto le tue lettere, i quali ti dico senz’alcuna esagerazione che sono stati i più bei momenti della mia dimora in Roma: e quelle stesse poche righe che ponesti sotto la lettera di mia Madre, furono per me come un lampo di luce che rompessero le dense e mute e deserte tenebre che mi circondavano. Dirai ch’io non so vivere; che per te, e per altri tuoi simili il caso non andrebbe così. Ma senti i ragionamenti ed i fatti. L’uomo non può assolutamente vivere in una grande sfera, perché la sua forza o facoltà di rapporto è limitata. In una piccola città ci possiamo annoiare, ma alla fine i rapporti dell’uomo all’uomo e alle cose, esistono, perché la sfera de’ medesimi rapporti è ristretta e proporzionata alla natura umana. In una grande città l’uomo vive senza nessunissimo rapporto a quello che lo circonda, perché la sfera è così grande, che l’individuo non la può riempire, non la può sentire intorno a sé, e quindi non v’ha nessun punto di contatto fra essa e lui. Da questo potete congetturare quanto maggiore e più terribile sia la noia che si prova in una grande città, di quella che si prova nelle città piccole: giacché l’indifferenza, quell’orribile passione, anzi spassione, dell’uomo, ha veramente e necessariamente la sua principal sede nelle città grandi, cioè nelle società molto estese. La facoltà sensitiva dell’uomo, in questi luoghi, si limita al solo vedere. Questa è l’unica sensazione degl’individui, che non si riflette in verun modo nell’interno. L’unica maniera di poter vivere in una città grande, e che tutti, presto o tardi, sono obbligati a tenere, è quella di farsi una piccola sfera di rapporti, rimanendo in piena indifferenza verso tutto il resto della società. Vale a dire fabbricarsi dintorno come una piccola città, dentro la grande; rimanendo inutile e indifferente all’individuo tutto il resto della medesima gran città. […]
Giacomo Leopardi a Carlo Leopardi – Roma, 6 Dicembre 1822
Desiderar la vita in qualunque caso e in tutta l’estensione di questo desiderio non è insomma altro che desiderare l’infelicità; desiderar di vivere è quanto desiderare di essere infelice (20 marzo 1821).
Leopardi, Zibaldone, 829-830
Il ricordo della gioia non è più gioia, mentre il ricordo del dolore è ancora dolore.
George Gordon Byron – Marino Faliero, Doge di Venezia (atto II, scena I)
[La vita dell’uomo] oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali.
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione
Estratto completo:
Abbiamo già visto nella natura incosciente che la sua intima essenza è un tendere costante, senza scopo e senza requie; questo ci si presenta in modo molto più evidente se consideriamo l’animale e l’uomo. Volere e tendere è la sua intera essenza, che è dunque in tutto simile a una sete inestinguibile. Ma il fondamento di ogni volere è il bisogno, la mancanza, dunque il dolore, al quale di conseguenza egli originariamente e per sua stessa natura appartiene. Se al contrario gli viene a mancare l’oggetto del volere, ove esso venga eliminato da una soddisfazione troppo facile, allora lo assalgono un vuoto spaventoso e la noia: la sua essenza e la sua stessa esistenza diventano per lui un peso insostenibile. La sua vita oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali. E questo è stato anche espresso, in modo assai singolare, dicendo che, dopo che l’uomo ha trasferito tutti i dolori e le sofferenze all’inferno, per il cielo non è rimasta disponibile altro che la noia.
C’è un unico errore innato, ed è quello di credere che noi esistiamo per essere felici… Finché persistiamo in questo errore innato, e addirittura ci confermiamo in esso attraverso dogmi ottimistici, il mondo ci sembra pieno di contraddizioni. Perché ad ogni passo, nelle piccole e grandi cose, ci scontriamo col fatto che il mondo e la vita non sono certo organizzati allo scopo di mantenere un’esistenza felice… E da qui, i volti di quasi tutte le persone anziane, che portano l’espressione di ciò che chiamiamo delusione.
Arthur Schopenhauer – Il mondo come volontà e rappresentazione
In questi giorni passati sono stato molto meglio (di maniera però che chiunque sta bene, cadendo in questo meglio, si terrebbe morto) […]
Giacomo Leopardi a Pietro Giordani, Recanati, 8 Agosto 1817
https://dnamistakes-ita.webcomic.ws/comics/pl/1603550[🡕]
Che fatale dono del cielo è un’anima sensibile! Colui che l’ha ricevuto non deve aspettarsi altro che pene e dolori sulla terra. Vile trastullo dell’aria e delle stagioni, il sole, il cielo coperto o sereno regoleranno la sua sorte, sarà lieto o triste secondo i venti. Vittima dei pregiudizi, troverà in massime assurde un invincibile ostacolo ai giusti voti del suo cuore. Gli uomini lo castigheranno perché ha rette opinioni su ogni cosa, e perché ne giudica secondo verità e non secondo convenzioni. Basterebbe da solo a fare la propria infelicità, abbandonandosi senza discrezione alle divine attrattive dell’onesto e del bello, mentre le pesanti catene della necessità lo legano all’ignobiltà. Cercherà la suprema felicità senza ricordarsi che è un uomo: il cuore e la ragione saranno eternamente in guerra in lui, desideri sterminati gli prepareranno eterne privazioni.
Giulia o la nuova Eloisa – Jean-Jacques Rousseau
Muore giovane chi è caro agli dei.
Menandro, IV-III secolo BCE
La vita è sofferenza.
La prima nobile verità nel buddhismo – sebbene il concetto appaia anche in testi molto più antichi di altre culture.