Etichetta: cyberpunk
Il petto si sfrega sulla divisa ruvida e la testa comincia a far male. I primi ordini vengono urlati e attraversano i grattacieli. Leggi l’intera pagina
Ci sono due buchi, due enormi cavità , e i bulbi si muovono, ruotano, un poco lucenti, poi le pupille si ingrandiscono, poi si rimpiccioliscono. Leggi l’intera pagina
La costruzione dei parchi era necessaria. Quest’aria la possiamo respirare soltanto noi: ci siamo adattati in fretta, al contrario degli animali e delle piante. Utilizzando la tecnologia, altrimenti il nostro corpo non ce l’avrebbe fatta. A qualcuno, insomma, dispiaceva che flora e fauna scomparissero, così sono nati i parchi. In questa metropoli non c’è altro che la cupola, ma altrove ci sono strutture molto più estese, come ho potuto spesso ammirare navigando. Continua a leggere
La rete o, meglio, ciò che sta sotto la rete, quello che gli altri calpestano senza accorgersene; logica modulare che contrasta con quella merda inconcepibile che è la mia coscienza. Leggi l’intera pagina
A volte ci si accorge che si sta deglutendo la saliva. Si ferma il proprio respiro e lo si fa ricominciare. Si avverte lo scorrere veloce del sangue a ogni pulsare del cuore. Ci si ricorda quanto sia complesso il nostro corpo: innumerevoli le carni, innumerevoli i pensieri. Continua a leggere
La nave non è individuabile perché i numeri scorrono imprecisi e creano paradossali risultati. Leggi l’intera pagina
E a me? Chi mi cala nell’acciaio fuso?
Diceva il famoso geologo, in televisione, che abbiamo la testa troppo grande, e usciamo difficoltosamente dalla fica; la cassa toracica protegge solo pochi organi; le vene delle gambe fanno fatica a reggere tutto il corpo; la schiena, per tenere la posizione eretta, deve inarcarsi, e quindi mal di schiena, etc.; la vista anche ha diversi problemi, eccetera. Insomma, siamo delle merde. Non siamo una macchina così meravigliosa come si dice, ma abbiamo mille difetti. E quindi non siamo frutto di un disegno divino, bla bla. Cose ovvie, era un discorso contro le religioni, ma io ero interessato più che altro al fatto che l’evoluzione è ancora in corso e attualmente siamo tutt’altro che perfetti; parole sue: «ci siamo adattati come abbiamo potuto». Ecco. Adattamento naturale evolutivo difficoltoso. Parallelismo interessante con l’adattamento sociale. E qualcuno ironizza con vignette che mostrano come, in un certo senso, siamo ora in un’involuzione. Molto in sintonia col mondo cyberpunk, che vede la fine dell’uomo con il massimo sviluppo tecnologico. Continua a leggere
Sai come faccio a sapere che è la fine del mondo, Lenny? Perché tutto è già stato fatto, capisci? Ogni genere di musica è stata provata, ogni genere di governo è stato provato, capisci? Ogni cazzo di pettinatura, ogni orrendo gusto di gomma da masticare, i cereali per la colazione, ogni tipo di schifoso… Capisci che intendo? Che ci resta da fare? Come faremo a sopravvivere, per altri mille anni?
Max Peltier in “Strange Days”