Skip to content


Etichetta: noia esistenziale

Tedium vitae, spleen.


Un giorno è il tempo che ci vuole perché tu ti stufi del nuovo oggetto scintillante.

Dopodiché torni o alla tua vita da schiavo o alle tue basiche distrazioni organiche.

Vedi anche Fichte

Quando hai soldi, ma non sai che fartene, allora va automaticamente a sottolinearsi la gravitĂ  del tuo essere.

Tradotto dall'inglese da me (WTFPL).

Anonymous 06/09/15 (Tue) 22:18:58 No.2771, hikkichan.com (defunto)

Un altro aspetto dell’escapismo è che è una dipendenza.
Così come i drogati, abbiamo bisogno di dosi sempre più alte e a un certo punto non c’è semplicemente nulla rimasto, quindi torniamo a guardare le solite cagate all’infinito, cercando disperatamente di ricordarci com’era la prima volta che le vedevamo, ma a questo punto nulla più ci soddisfa.
[…]

La noia è il vero problema dell’uomo; gli esseri umani possono sopportare quasi qualunque cosa quando sono distratti, e la maggior parte delle nostre attività sono direzionate verso tale fine.

Concreto

Attorto d’amarezza… Leggi l’intera pagina

La radiazione di fondo

E lei, la radiazione, ti racconta cose vere e contemporaneamente assurde, fredde, e soprattutto ruvide. Leggi l’intera pagina

Sarebbe interessante inalare arcobaleni.

Eravamo solo in due o tre a Roma a considerare la scalata non solo come un hobby, ma come un lavoro: partire, farsi ossessionare da una parete di roccia, sentire prima di ogni tentativo la Via che incombe sopra di te in maniera angosciante, sentire l’ansia salire incontrollabile, addormentarsi con la Via in testa, alternare periodi di insonnia nervosa a periodi di sonnolenza morbosa, svegliarsi con la Via in testa, privarsi di qualcosa, e soffrire, anche se quel qualcosa, o quella sofferenza, non è necessariamente collegata alla prestazione; solo che sta scritto nelle leggi dell’universo che per ottenere devi soffrire, anche se non è detto che soffrendo otterrai per forza, allora cerchi la sofferenza perché essa ti pungola, ti sveglia, ti attiva e ti fa rompere (a tratti) quel vetro opaco che quasi sempre si pone tra te e la realtà, ti fa sentire almeno ogni tanto che sei vivo, e talvolta è più importante sentirsi vivo che stare bene e la serenità si può sacrificare in onore della vita pur di non ripiombare nell’orrenda anestesia nirvanica.

Alessandro “Jolly” Lamberti – Jollypower

La cosa peggiore che può capitare ad un uomo che trascorre molto tempo da solo, è quella di non avere immaginazione. La vita, già di per sé noiosa e ripetitiva, diventa in mancanza di fantasia uno spettacolo mortale.

Le conseguenze dell’amore, Paolo Sorrentino

L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera

Il fiume scorre da sempre e le vicende degli uomini si svolgono sulla riva. Si svolgono per essere dimenticate il giorno dopo e perché il fiume scorra oltre. Leggi l’intera pagina

L’inconveniente di essere nati – Emil Cioran

Gli occhi si sono appena aperti, e già comincia il dramma. Guardare senza comprendere, questo è il paradiso. L’inferno sarebbe dunque il luogo in cui si comprende, in cui si comprende troppo… Leggi l’intera pagina

La nausea – Jean-Paul Sartre

Ogni esistente nasce senza ragione, si protrae per debolezza e muore per combinazione. Leggi l’intera pagina

Che l’esistenza umana debba essere una sorta di errore, risulta a sufficienza dalla semplice osservazione che l’uomo è una concrezione di bisogni, la difficile soddisfazione dei quali non gli garantisce se non una condizione senza dolore, nella quale poi è dato in preda alla noia; la quale dimostra direttamente che l’esistenza non ha in sé alcun valore: infatti la noia non è altro che sentire la vacuità dell’esistenza.

Arthur Schopenhauer – Parerga e paralipomena; anche su “Aforismi sulla saggezza del vivere”

[La vita dell’uomo] oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali.

Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontĂ  e rappresentazione

Estratto completo:

Abbiamo già visto nella natura incosciente che la sua intima essenza è un tendere costante, senza scopo e senza requie; questo ci si presenta in modo molto più evidente se consideriamo l’animale e l’uomo. Volere e tendere è la sua intera essenza, che è dunque in tutto simile a una sete inestinguibile. Ma il fondamento di ogni volere è il bisogno, la mancanza, dunque il dolore, al quale di conseguenza egli originariamente e per sua stessa natura appartiene. Se al contrario gli viene a mancare l’oggetto del volere, ove esso venga eliminato da una soddisfazione troppo facile, allora lo assalgono un vuoto spaventoso e la noia: la sua essenza e la sua stessa esistenza diventano per lui un peso insostenibile. La sua vita oscilla così come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che in effetti sono, l’uno e l’altra, le sue due componenti fondamentali. E questo è stato anche espresso, in modo assai singolare, dicendo che, dopo che l’uomo ha trasferito tutti i dolori e le sofferenze all’inferno, per il cielo non è rimasta disponibile altro che la noia.