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Gavazzeni: “La musica peggiora l’uomo”

Alberto Sinigaglia (“ttL”, supplem. de La Stampa)

Minima Musicalia, https://heinrichvontrotta.blogspot.com/[🡕]

Un sorso del suo americano preferito e una Rothmans sottile fra le dita: Gianandrea Gavazzeni, ottantacinque anni, […]

[…]

Che cos’è la musica per lei?

Nevrosi. Eccita i peggiori sentimenti: il torbido, il carnale. Non è vero che migliora l’uomo; e chi la esercita viene peggiorato caratterialmente e moralmente. Rivela l’inconscio. Un’idea dionisiaca, romantica della musica… Io sono l’opposto del moralista. Sono contro le anime belle, quelle che credono di avere la Bellezza e la Verità in tasca. Meglio: non sono contro; semplicemente, non partecipo. Sono di un possibilismo infinito: mi sono persino risposato a ottantadue anni e non mi sono pentito. Non sono pentito di niente. Di fronte al mio nullismo – diceva Paolo Grassi – il nichilismo russo diventa ottimismo.

Lei è uno scettico?

Nient’affatto. Credo nella vita e in Dio. Sono un enorme pasticcio, avrebbe detto il mio amico Gadda. Sono credente. Quando ho tempo, vado a messa: perché sto dentro a una storia, mi sento meno solo, meno indifeso. Ho meno paura, quando sono in chiesa. Con l’età la paura aumenta. Aumenta di più la solitudine, forse. E prego… Mi sono mancati molto il babbo e la mamma; di più in vecchiaia. Alle spalle sento anche gli amici più cari morti. Con quelli convivo… Sono stato un grande cultore di parole fra amici, soprattutto in trattoria. Il cibo non come elemento di golosità, ma come occasione conversativa: un fagiano con Toscanini, i tartufi con Mila, un pomeriggio a scolar whisky con Bernstein…