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Sulla responsabilitĂ  come soluzione

«Distruggere sé stessi, cioè l’agente morale,» scrisse Kant, «espelle tutta tale moralità dal mondo.» Nonostante l’apparente banalità, questo argomento rimaneva l’unico. Solamente il nostro senso del dovere ci tiene in vita. In concreto, se vuoi avere un dovere utile, fai dipendere dalla tua esistenza la felicità di un altro essere.

Il film Whatever (Extension du domaine de la lutte) (1999), Michel Houellebecq. Qui il libro.

I.e. amore, famiglia, etc. Che il protagonista non può tuttavia applicare perché è un caso perso.

Vedi anche Jordan Peterson che come soluzione per il maschio bianco depresso mette in prima linea il concetto di responsabilità: «Quando parlo di ciò a questo tipo di pubblico, vedo che gli occhi degli uomini si illuminano.» O anche: «[questa] idea che la vita è per la felicità, e non penso sia vero e non penso che sia come la gente vive la vita. […] la gente vive la vita come una serie di decisioni etiche determinanti.»

Infatti Peterson pensa giustamente che la vita sia sofferenza. Per sopravvivere a questa veritĂ , si rifugia nella morale e nel senso del dovere, che sono illusioni vecchie come il mondo.

Ovviamente le ricette di Peterson non solo non sono applicabili ai casi più estremi, ma possono anche avere conseguenze gravi, perché applicando il sistema del “fake it till you make it” si può arrivare al suicidio, o comunque in abissi profondissimi che, dal punto di vista terapeutico, sono ovviamente peggio del mero contenimento. Senza contare eventuali danni anche agli altri, a causa delle responsabilità non mantenute.

Ciò si applicherebbe in realtà anche a lui stesso, siccome i suoi livelli di depressione sono importanti, ma d’altra parte Peterson è specializzato e abituato a farsi del male da solo, perché pensa di avere una missione.

Le missioni, come i personaggi di vecchi GDR, che combattevano contro il nichilismo del boss finale che voleva distruggere il mondo (1, 2, 3), o come i protagonisti de “La storia infinita”, che combattevano il “Nulla”. Erano i vecchi padri di famiglia dell’era pre-nichilistica (pre-2000 – prima di allora la cosa era in corso, era stata solo annunciata, il nichilismo non si era ancora rivelato), che credevano in un futuro, e che raccontavano ai loro figli le loro morali, le loro speranze, i loro valori. Qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa va bene, pur di non ammettere la realtà.