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La politica del super-io. Fondamenti di psicopatologia strutturale e dialettica – Luigi Anepeta

Talaltra, nel contesto delle esperienze ossessive, la depressione interviene […] in virtù di una spinta al cambiamento che porta il soggetto a sentire di dover dare spazio ai suoi bisogni frustrati, che però, avendo assunto una configurazione pulsionale anarchica e trasgressiva, sono intensamente colpevolizzati.

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In alcuni casi, caratteristicamente in seguito agli eccitamenti maniacali ma non di rado in conseguenza di tentativi di cambiamenti radicali di vita sul registro dell’insensibilizzazione sociale, che sopravvengono sia nel corso di esperienze isteriche che ossessive, la depressione impone al soggetto il regime di vita preesistente, mortificato, virtuoso, scrupoloso e ipercontrollato, con l’ulteriore carico delle colpe commesse o fantasticate.

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Questa motivazione, che implica la connivenza dell’Io con i sensi di colpa, permette di comprendere la scarsa risposta ai trattamenti sia farmacologici sia psicoterapeutici.
Alla meritevolezza si associa, però, sempre il vissuto opposto di subire una punizione terribilmente ingiusta, e, in conseguenza di ciò, una protesta viscerale contro Dio, il caso o il destino.
Questa protesta, che si fonda sulla constatazione che tante altre persone stanno bene senza averne alcun merito, produce un nodo di rancore e d’invidia, quale espressione di un senso viscerale di giustizia, che quasi sempre giunge ad animare, a livello conscio e inconscio, fantasie di malaugurio o sentimenti di sollievo in rapporto a disgrazie altrui.

La conflittualità che sottende i disagi psicopatologici risulta, in effetti, sempre riconducibile ad una disarmonia funzionale, che al limite estremo può giungere alla scissione, tra le componenti strutturali della personalità (il Super-Io e l’Io antitetico) che si definiscono sulla base del dispiegamento dei bisogni intrinseci, e che rappresentano le substrutture dell’Io.